
Riccardo Bocalon, detto il Doge, ha festeggiato i 36 anni con un gol (. foto Peruzzetto
RENATEdi Roberto SanvitoRiccardo Bocalon compie 36 anni ma il regalo lo fa lui al Renate. Non viceversa. E cos’altro un bomber di razza può portare in dono se non un gol? Ancora meglio se da tre punti buoni a togliere la sua squadra dagli impicci, farle prendere un po’ fiato e guardare con più serenità alla parte finale del campionato. Ne fa le spese l’Atalanta che deve recitare il “mea culpa“ specie con le sue punte che graziano più volte Nobile, superlativo nell’occasione del penalty nella ripresa. Il primo tempo è stranamente non noioso.
Merito di due squadre che se la giocano a viso aperto e anche di qualche superficialità, di qua e di là a livello difensivo. Si comincia subito al 12’ quando Scheffer indisturbato salta in mezzo ai centrali del Renate sul cross di Bergonzi, per un caso il pallone, ben colpito, finisce dove c’è Nobile. Il gol di Bocalon del 29’ anima il match. L’assist è di Nobile, lancio lungo, l’Atalanta è sbilanciata in attacco, il Doge si diverte a intrufolarsi tra due difensori bergamaschi e in area batte Vismara. Che poi si supera in tre occasioni, prima sul tiro di Kolaj dalla distanza e poi sugli sviluppi di un corner chiudendo la porta a De Leo e, clamorosamente, sul tap-in di Bocalon. Capovolgimento di fronte, Nobile sbaglia il rinvio e innesca l’Atalanta, il Renate ci capisce poco e rivede la palla quando è sui piedi di Vlahovic che imita l’omonimo juventino e da pochi metri spara alto.
L’occasione più ghiotta degli ospiti arriva al 67’. Una carambola impazzita fa schizzare il pallone contro Eleuteri, braccio compreso, per l’arbitro è rigore ma Nobile si supera su Panada. Il Renate, nonostante il vantaggio offre il fianco al contropiede avversario ma gli attaccanti bergamaschi calciano sempre centralmente. Anghileri fallisce il match-point al 90’, ma è un errore che non costerà caro.
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