Grafico di mestiere, Nicola Frangione è poeta e artista a tutto campo per vocazione. Niente liceo artistico o istituto d’arte. Dopo gli studi di grafica all’istituto professionale Rizzoli di Milano è sempre stato un grande fruitore di immagine, contorta, smontata, rivista e bistrattata.

 

“I miei modelli ispiratori sono stati da sempre espressionismo, futurismo, dadaismo e poi via tutte le correnti artistiche degli anni ‘40 e ‘50 e la pittura informale degli avanguardisti degli anni ‘50 e ‘60”. E così il testo scritto viene inserito nel quadro e poi si aggiunge il suono, per dare vita ad installazioni ambientate nello spazio.

 

“La poesia si materializza - spiega l’autore - e nascono quadri in cui l’orologio ha una maniglia al posto dela lancetta, il futurismo ha lasciato un segno nelle mie opere nel fascino degli ingranaggi meccanici.

 

Nelle mie opere mi piace riciclare i materiali che gli altri non usano, come legno cuoio, ma anche la sabbia che si spazza e svela.

 

Le sue opere sono piaciute al Museo d’arte contemporanea di Tokio e di New York in cui ne ha lasciate alcune. Sempre dal futurismo la poesia diventa ricerca fonetica e piace soprattutto nei paesi neolatini, Francia, Spagna e America del sud.

 

“Mi piace molto lavorare anche con i bambini delle scuole elementari e delle medie, come ho fatto con le scuole di Cagliari. Dei bambini mi piace molto coinvolgere la plasticità creativa. Seguono facilmente la necessità artistica attraverso la pittura e poi la recitazione di poesie e la manipolazione di materiali”.
 

 

Nicola Frangione è stato definito per questo l’artista interdisciplinare. “Mi segue un pubblico variegato, fatto di giovani anche 20enni o studenti delle scuole d’arte e di adulti.

 

Monza negli utlimi 10 anni è migliorata dal punto di vista artistico perché si è riaperta alla cultura. E in più le proposte teatrali d’avanguardia che partono da Monza vengono seguite anche dai non monzesi.

 

Si comincia a vedere un’inversione di tendenza dalla Monza milanocentrica che andava sempre a cercare l’arte nella metropoli a persone di fuori che vengono a Monza”.

 

Dal 1973 Frangione, insieme a una cinquantina di artisti della Brianza ha dato vita all’associazione artistica Harta performing, ad indicare che la performance artistica diventa dono comunicativo. 

 

All’inizio proponeva mostre in cui la poesia entrava nella pittura. Poi dagli anni ‘80 sono cominciate le proposte di audio art, in cui si aggiunge anche la musica. Ha collaborato con l’arpista Vincenzo Zitello e i tastieristi Daniele Caldarini e Maurizio Piazza.

 

Dal 28 al 30 maggio porterà a Monza il settimo Festival internazionale di Art action. Al teatrino della Villa reale, alle 21 si esibiranno 12 poeti provenienti da tutto il mondo. Tra questi John Giorno, il massimo esponente americano del settore.

 

La poesia di Frangione abiterà anche il roseto della Villa reale sabato 16 maggio, alle 21.30; insieme con Ariella Vidach e Claudio Prati presentano “Angolazioni future” un percorso di danza, sonorità, letture poetiche con effetti luminosi ispirati al futurismo nel centenario della nascita, studiato ad hoc per lo spazio del roseto (Ingresso libero fino a esaurimento posti).

 

Il roseto infatti, diventa magico anche di notte con due eventi “Notturni al roseto". Il secondo, venerdì 29, dalle 21.30 alle 24, quando Musicamorfosi e ArtedanzaE20 presentano “Le rose di Bach”, una serata tra musica, danza e videoproiezioni, alla ricerca del benessere fra i fiori su progetto di Saul Beretta. Ingresso 5 euro.