Briosco, 7 settembre 2011 - Un altro uomo che non si rassegna a perdere, un’altra coppia uccisa dalla follia. Dopo l’omicidio-suicidio di Desio, un’altra tragedia si è consumata in una villa di Briosco. La scena drammatica è stata scoperta dai carabinieri di Besana ieri mattina alle 11.30 in una villa in via Turchino abitata da un dirigente di Mediaset.
Senza vita i corpi dei due custodi. Lei, distesa sul divano, con il viso coperto da un fazzoletto, pareva che dormisse, lui era appeso con una grossa corda al collo a una trave del soffitto del salotto. I due coniugi d’origine albanesi erano vicini. Il 44enne Pierin Pjetri ha ucciso la moglie Lindita, di 37, probabilmente soffocandola con un cuscino, e poi si è tolto la vita impiccandosi a una trave. «Pierino», così lo chiamavano i vicini di casa italiani, ha pianificato tutto nel dettaglio. Lei aveva deciso di separarsi: erano già due mesi che Lindita dormiva dalla sorella con i bambini. Lui divorato dalla gelosia ha pensato di farla finita. A piangerli, oltre ai numerosi parenti, sono rimasti i figli, due maschi, uno di 4 e il primogenito di 11.
La coppia era in Italia da più di una decina di anni: lei faceva la colf, lui il giardiniere nell’immensa villa isolata nel verde. Un gran daffare, perché i proprietari residenti a Milano spesso arrivavano. Da quanto emerso dalla deposizione della sorella della vittima, lui era soffocante, geloso. Stanca delle continue scenate, un paio di mesi fa lei ha detto basta. I coniugi vivevano nella frazione di Calò a Besana Brianza, in via San Vitale e Agricola al civico 21. Negli stessi condomini vivevano diversi parenti, anche la sorella di lei.
La donna non ha mai sporto denuncia. Ma era determinata a non vivere più con il padre dei suoi figli. Questa decisione è stata la sua condanna. Lunedì pomeriggio Pierin Pjetri è passato a prendere Lindita, dalla cognata a Calò. I bimbi sono rimasti con la zia e loro dovevano parlare da soli. Durante la notte, la sorella ha chiamato i carabinieri. La donna era angosciata e aveva cattivi presagi a causa del comportamento ossessivo del cognato. La scorsa mattina i parenti hanno presentato formale denuncia di scomparsa nella caserma dei carabinieri di Besana Brianza. Gli stessi militari che alle 11.30 hanno deciso di imboccare il vialetto sterrato per perlustrare anche la villa di Briosco. All’ingresso del vasto giardino era parcheggiata l’auto dell’omicida-suicida, una Ford Mondeo grigia. Poi la macabra scoperta dei militari all’interno della villa. «Non si erano separati», hanno detto i parenti di lui che erano nell’appartamento di Calò, ancora scioccati. Poche parole e il desiderio di stare in silenzio.
«Il Pierino era una brava persona - ha spiegato una vicina -. Gran lavoratore. Ha lavorato anche in una ditta di Besana. Erano una bella famiglia». Aggiunge un’altra: «Nessuno sapeva che erano separati, lavoravano ancora insieme. Prima abitava qui vicino, in via Meda, anche la sorella di Pierino, poi lei è andata a Milano. Erano brave persone. Stavano così dietro a quei bambini». Anche la catechista Daniela Mappelli è sconcertata. «Il figlio di 11 anni ha appena fatto la Comunione. La mamma lo accompagnava a catechismo e il papà veniva a prenderlo. Nel periodo estivo ha partecipato all’oratorio feriale. Non sapevo che avessero dei problemi». Ora il medico legale dall’autopsia potrà fornire spiegazioni più esaustive. Apparentemente sul corpo della donna non ci sono segni di abuso o di scontro fisico.
© Riproduzione riservata