C’è una Milano degli stupidi. E c’è quella dei virtuosi, spesso attivi in gran segreto per il bene degli altri e della città che amano. Nel primo sempre più folto gruppo vanno annoverati gli incivili che piazzano le bici a noleggio o i monopattini nei cestini dei rifiuti, come “Il Giorno“ ha documentato in piazzale Lavater. Una delle tante inspiegabili mode giovanili, come quella di sfidare la morte con azioni al limite del surreale, solo per pubblicare poi tutto sui social. L’ennesima variante del disagio che fino a qualche mese fa spingeva gli stessi disadattati a lanciare le bici nel naviglio. Anche in quel caso la “bravata” finiva sul web per scatenare le risate dei follower. E poi c’è la Milano di chi rimedia. Come Simone Lunghi, meglio conosciuto come l’angelo dei Navigli. Un ragazzo che per mesi ha raccolto le bici in fondo all’acqua, riportandole in superficie e ripulendole. In silenzio, senza clamore, finché qualcuno non si è accorto di lui, facendogli avere l’Ambrogino d’oro. La differenza? Non solo il QI. Viene prima lo sguardo. Nel primo caso rivolto a un pubblico immaginario, dal quale si ricercano con affanno applausi e consenso. Nel secondo rivolto solo al buonsenso: su le maniche e diamoci da fare, senza telecamere, e senza un lamento. Angeli e demoni? Esagerati. Diciamo angeli e dementi.
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