Milano, 28 novembre 2020 - Sarà un Natale blindato? Sciolto il nodo degli spostamenti di fascia per le regioni (con la Lombardia che da domani approderà in zona arancione) ora gli occhi sono puntati sul nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte, atteso nei prossimi giorni. Un decreto che dovrà trovare un equilibrio tra le istanze economiche e quelle sanitarie. Allo stato attuale sembra prevalere la linea della massima cautela. L'obiettivo è evitare gli errori commessi durante l'estate e scongiurare l'arrivo di una terza ondata. E monitorata speciale sarà anche la Lombardia: nella regione più colpita dall'emergenza Covid-19 sono vietati passi falsi. I dati riferiscono di un sostanziale miglioramento della situazione (proprio in virtù dei numeri è stato possibile il passaggio in zona arancione) ma non è possibile abbassare la guardia visto il numero ancora consistente di contagi giornalieri (solo ieri 5.389 nuovi casi) e la pressione sugli ospedali (seppure con un importante calo dei ricoveri). Per sciogliere i nodi ancora la pettine è previsto un nuovo vertice in giornata. Le decisioni non sono ancora blindate. Il dato consolidato? Il dpcm che sarà in vigore dal 4 dicembre dovrebbe confermare la divisione del Paese in zone rossa, arancione e gialla. Ma la consapevolezza è che, se la curva dei contagi proseguirà il suo trend, a metà dicembre tutta l'Italia potrebbe essere tutta gialla. Veniamo ai punti cruciali. Allo stato attuale prevale la linea di non consentire spostamenti tra Regioni gialle se non per incontrare parenti di primo grado o se residenti in quella Regione. Per le seconde case, sarà possibile spostarvisi solo se si vive nelle regioni gialle, mentre è confermato il no alla riapertura degli impianti sciistici (un tema molto sentito in Lombardia) e l’obbligo di tampone/quarantena per chi va all’estero. E' invece ancora aperta la decisione sull'orario del coprifuoco e un suo eventuale spostamento. Ed è braccio di ferro Regioni-Governo sulle scuole.
Brusaferro: "Cautela, serve un Natale diverso"
Dal mondo scientifico l'appello alla prudenza. "Per quanto riguarda gli spostamenti per Natale, come organi tecnico scientifici possiamo dire che ci troviamo in una fase in cui l'incidenza di Covid-19 è molto elevata e diffusa un po' in tutte le regioni, anche se con differenze, e credo che le prossime settimane siano molto critiche. Il rischio è che questi numeri che vediamo deflettersi grazie ai sacrifici ripartano - ha ricordato il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro -. Credo dunque che dovremo immaginare un Natale con una sua unicità rispetto agli anni precedenti, dove gli affetti, le aggregazioni, la vicinanza e la condivisione dovremo viverla in dimensione Covid. Ora è tempo di abbassare la curva e credo che con questi numeri sia difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento 'di massa'".
Ecco, di seguito, le ultime novità sui punti cardine del Dpcm
Spostamenti a Natale
A Natale spostamenti tra Regioni limitati ai residenti. Il governo si starebbe orientando a questa prospettiva, ma un’eccezione potrebbe riguardare il ricongiungimento familiare. Oltre al ritorno presso l’abitazione di residenza, infatti, potrebbe essere consentita nel caso di anziani soli, la possibilità di muoversi da una regione all’altra.
Spostamenti tra Regioni
L’intenzione del governo sarebbe vietare lo spostamento anche tra quelle regioni che entreranno nella fascia gialla di rischio. I governatori sono contrari, nel timore un nuovo, durissimo colpo per economia e turismo. Pertanto non si escludono deroghe.
Impianti sciistici
La riapertura dello sci resta una questione internazionale, visto che altri Paesi Ue confinanti potrebbero consentirla, attirando così anche nostri connazionali. Ma la posizione di Roma è chiara. "Gli impianti riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, nel giro di un mese, un mese e mezzo", quindi dopo l’Epifania. Un nodo molto sentito in Lombardia, dove il Natale senza lo sci rischia di costare caro: 700 milioni dei circa 10 miliardi di fatturato generato a livello nazionale dal turismo invernale legato alla neve - secondo le stime diffuse da Confindustria e Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari) - arrivano dalla Valtellina e dalla province di Bergamo, Brescia, Lecco, Como. Due terzi dei ricavi si concentrano in un mese, dall’8 dicembre - la festa dell’Immacolata che coincide con l’apertura della stagione sciistica - all’Epifania.
Ristoranti
Ristoranti chiusi anche a Natale e a Santo Stefano: sarebbe questa una delle decisioni verso cui si stanno orientando governo e maggioranza.
Scuola
Sulla scuola è muro contro muro tra Governo e regioni. La battaglia riguarda la riapertura delle scuole superiori. Le Regioni ieri, nell'incontro col ministro Boccia, hanno espresso la loro contrarietà a un via libera in dicembre. Tutti scaricano la responsabilità sui trasporti: la riapertura si allontana, la partita potrebbe slittare a dopo l'Epifania. Il governo però insiste: bisogna ripartire il 9 dicembre.
Negozi e coprifuoco
Per quanto riguarda i negozi, si va verso una apertura fino alle 21 per evitare assembramenti e scaglionare gli ingressi. E i centri commerciali? Potrebbero non chiudere nel fine settimana e nei giorni festivi. In questo caso il coprifuoco potrebbe slittare alle 23. Nei giorni di Natale e Capodanno potrebbe esserci un’ulteriore allungamento oltre le 24.
Feste vietate
Una cosa sembra certa: no alle feste nei locali pubblici e nei luoghi privati. Per le case private si sta pensando di inserire nel Dpcm la raccomandazione di limitare gli ospiti e i commensali a tavola: il governo potrebbe suggerire di non riunirsi in più di 6 - 8 persone.
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