"Ma perché io? Non sono nessuno". A 22 anni Paola Egonu, pallavolista e punta di diamante della Nazionale italiana femminile di volley, non solo è qualcuno, ma domani venerdì 23 luglio dalle 13 sarà anche tutta l'Italia. Sarà quell'Italia che non si lascia travolgere dai pregiudizi, sarà quell'Italia che si impegna per raggiungere un obiettivo. Sarà quell'Italia che invece di parlare, lavora. Proprio Paola Egonu sarà tutto questo. Lei che in questi giorni è stata soprattutto al centro di polemiche, del tutto strumentali, per il suo ruolo di portabandiera dell'Italia alle Olimpiadi di Tokyo.
Le polemiche
"Paola Egonu diventa portabandiera olimpica perché incarna un cliché e non per meriti sportivi, ci sono almeno 30 atleti nella delegazione italiana con un curriculum più valido della Egonu, ma con la colpa di essere bianchi o eterosessuali. Egonu è un triste inno al conformismo": con questo tweet il politico e blogger Mario Adinolfi ha scatenato l'inferno sul web. Impossibile, d'altro canto, credere che affermazioni così estreme sarebbero passate inosservate. Non che questo fosse l'intento di Adinolfi, anzi. Ormai il meccanismo per ottenere considerazione da parte degli algoritmi dei social network è ben noto ai più: basta riuscire a "fare rumore" sul tema del momento e si balza in vetta alle classifiche di popolarità. Bisogna però considerare a quale prezzo.
L'orgoglio
La levata di scudi attorno a Paola Egonu non si è fatta attendere. D'altro canto, un'atleta che a soli 22 anni ha già vinto uno scudetto, quattro volte la Coppa Italia, tre la Supercoppa Italiana, due la Champions League, un Mondiale per Club, che dal 2015 non smette di ricevere premi praticamente ogni anno come miglior realizzatrice dei tornei a cui partecipa e che con la Nazionale giovanile è salita tre volte sul podio dal 2015 al 2018, può a buon diritto essere considerata un patrimonio nazionale da tutelare e salvaguardare come si farebbe con un monumento di pregio. A farlo è stata, ad esempio, Francesca Piccinini. Altro monumento della pallavolo italiana, peraltro. La "Divina Picci" ha pubblicato una foto significativa sui propri profili social: un abbraccio proprio con Paola Egonu. "Quella di Paola Egonu portabandiera dell'Italia alle Olimpiadi è una notizia meravigliosa per mille ragioni, che solo qualcuno non ha capito cosa rappresenti: che ci si riesca a polarizzare anche su questo è una delle aberrazioni che il nostro Paese continua a proporre" ha affermato l'ex ct della Nazionale maschile Mauro Berruto, oggi responsabile Sport della segreteria del Pd di Enrico Letta. "Sono orgogliosissima per Paola, appena saputo le ho detto, come prima reazione, '"ma così non sfili con me...". C'è un legame molto forte tra di noi. Subito dopo è subentrato l'orgoglio. Rappresenta tutte noi e il fatto che sia lei a farlo è il massimo dell'espressione. Mi emozionerò anche solo vedendola. Non so cosa aspettarmi, magari anche due lacrimucce scenderanno, ma non glielo dirò" racconta invece Miriam Sylla, capitano della Nazionale italiana di volley e anche lei non propriamente con la pelle color latte. Chissà cosa quale sarebbe il commento di Mario Adinolfi se la Nazionale vincesse una medaglia alle Olimpiadi.