MANUELA MARZIANI
Cronaca

Dal Jolly Blu al liceo Copernico, la Pavia degli 883 rivive nella serie tv

Dalla folla al casting ai divieti in centro: partite le riprese del film-amarcord sul duo protagonista degli anni 90. Tra i curiosi del primo giorno anche Max Pezzali

Le riprese in piazza Petrarca, nel riquadro Max Pezzali con la moglie Debora Pelamatti, Sydney Sibilia e Ciro Caravano

Le riprese in piazza Petrarca, nel riquadro Max Pezzali con la moglie Debora Pelamatti, Sydney Sibilia e Ciro Caravano

Pavia – Attesa dai cinquantenni pavesi, "Hanno ucciso l’uomo ragno", la serie tv che verrà trasmessa nel 2024 su Sky si annuncia come un tuffo nel passato. Promette di sbloccare un ricordo come si direbbe oggi e, se questo capita a chi era adolescente negli anni Novanta, figuriamoci che effetto può fare a chi ha cantato quella Pavia con due discoteche e ha lottato per portarla nel panorama musicale italiano.

Non a caso l’altro giorno Max Pezzali, che insieme a Mauro Repetto ha dato vita agli 883, è comparso a sorpresa sul set della fiction che si sta girando in città. È stata la moglie del cantante, Debora Pelamatti, a far sapere del blitz pubblicando sul suo profilo Instagram una foto che la ritrae insieme al marito, il regista della serie tv Sydney Sibilia e Ciro Caravano fondatore e voce storica dei Neri per caso.

“Sul set della serie televisiva ispirata alla storia di mio marito Max Pezzali e degli 883”. Pochissime parole che svelano quanto si dovrà ancora attendere prima di vedere Pavia sul piccolo schermo. Le riprese della serie in 7 puntate sono cominciate lunedì e la troupe di Groenlandia aveva sicuramente bisogno di qualche dritta sui luoghi e sulle atmosfere vissute da quei giovanissimi che coltivavano un sogno: fare musica.

Max Pezzali e Mauro Repetto che insieme frequentavano il liceo scientifico Copernico si ritrovavano in sala giochi, la Jolly blu e fantasticavano sul loro futuro mentre andavano, come recita la canzone, "A Ticino a far le foto e le corse con le moto. Con il 125 per il Corso a far le lingue".

La bacchetta magica per trasformare quel sogno in realtà è stata di Claudio Cecchetto che ha plasmato due adolescenti come tanti in due icone dei giovanissimi. E ora quella “vera storia“ che ha portato alla nascita del gruppo autore di "Hanno ucciso l’uomo ragno", è tutta da raccontare.

Del set, blindatissimo, si è saputo soltanto per le chiusure al traffico previste e perché non può passare inosservata un’intera troupe impegnata in piazza della Vittoria come in via Mentana e oggi, tempo permettendo, anche sul ponte coperto che potrebbe essere chiuso al traffico.

“La serie è un meritato tributo a una band che ha segnato il periodo migliore della mia vita, e una splendida occasione per la nostra Pavia" è stato uno dei commenti su Instagram. "Sarebbe un sogno se la serie tv mantenesse il titolo che hanno pensato di darle - ha scritto un altro fan -. Ci starebbe veramente bene per molti motivi. Hanno ucciso l’uomo ragno è il brano con cui gli 883 sono più famosi, e poi, il significato originale del brano è una grandissima metafora della vita che non può passare inosservata. Rendete giustizia una volta per tutte a questo brano ora che potete".

La serie, che potrebbe essere presentata martedì 4 luglio in occasione delle anticipazioni sui palinsesti Sky è incentrata sulle gesta del mitico duo musicale originario di Pavia formato da due ragazzi di provincia. E, intanto, sul piccolo schermo passerà un pezzo della Pavia anni Ottanta, quella che tanti ricordano. Non certo i giovanissimi attori Elia Nuzzolo nei panni di Max Pezzali e Matteo Giuggioli in quelli di Mauro Repetto che allora non erano neppure nati e forse hanno sentito raccontare quegli anni dai loro genitori.

"Truccato, Max avrebbe potuto interpretare se stesso" è il commento di una fan, ma non importa. Tanti non vedono l’ora di vedere la serie in tv. A fine luglio termineranno le riprese, mentre il prossimo anno finirà anche l’attesa per gli appassionati degli 883 che hanno sfidato il caldo pur di partecipare al casting nella speranza di ottenere un piccolo ruolo.