NICOLETTA PISANU
Cronaca

Abusi sessuali e violenze, figlia denuncia i genitori: condannati. Non accettavano la sua emancipazione

Sette anni al padre, ritenuto responsabile anche degli approcci hard; quattro alla madre. La giovane, segnata dalle vicende, ne risentì anche nel suo percorso scolastico

La sentenza è dei giudici del Tribunale di Pavia: indagarono i carabinieri

La sentenza è dei giudici del Tribunale di Pavia: indagarono i carabinieri

Pavia, 12 aprile 2025 – Condannati dal tribunale di Pavia i genitori di una ragazza che aveva denunciato alle forze dell’ordine le angherie subite per anni in famiglia. Per il padre la sentenza prevede sette anni di reclusione: era accusato sia di maltrattamenti che di violenza sessuale aggravata dall’età minore della vittima e dal rapporto di parentela. Invece per la madre, alla quale erano contestati solo i maltrattamenti, la condanna è di quattro anni di reclusione. Entrambi i genitori sono in stato di libertà.

La Corte ha stabilito anche una provvisionale di settantamila euro per la ragazza, oltre a quindicimila euro a testa agli altri due figli degli imputati, fratello e sorella minori della parte offesa che si erano costituiti parte civile e per i quali era stato nominato un curatore speciale. I due giovani attualmente si trovano fuori dall’Italia, nel Paese d’origine della famiglia, dove sono stati portati dai genitori stessi. Il risarcimento totale sarà da liquidarsi in separato giudizio civile.

La giovane che ha denunciato i genitori all’epoca della segnalazione frequentava un istituto in provincia di Pavia, era talentuosa e aveva ottimi risultati. Un giorno di settembre del 2023 dopo la scuola non era però tornata a casa e si era rivolta alle autorità per denunciare i genitori per fatti avvenuti nel corso di circa dieci anni sin da quando era una bambina.

Secondo la ricostruzione dell’accaduto, la giovane aveva subito abusi dal padre quando era ancora minorenne, oltre a violenze fisiche e psicologiche sia da lui che dalla mamma. Per esempio, secondo le accuse lei e la sorella più piccola venivano picchiate con tubi di gomma, in un’occasione invece la madre le aveva legate di schiena con il filo per stendere il bucato, poi aveva infilato della stoffa nelle loro bocche per non far sentire le urla e a quel punto le aveva percosse.

Per un periodo secondo le incriminazioni la parte offesa era stata costretta a seguire sia la scuola araba sia quella italiana, veniva anche obbligata a occuparsi delle faccende domestiche e non poteva frequentare ragazzi o parlare con loro. Ora la ragazza vive lontano.