Sette condanne, alcune con sospensione condizionale della pena, e due assoluzioni: si è concluso così il primo grado di giudizio per il secondo filone processuale relativo al caso di collaboratori infedeli della Broni-Stradella pubblica, società multiservizi. L’inchiesta era culminata nel 2021 con arresti e iscrizioni nel registro degli indagati e aveva portato a galla quello che, secondo le accuse, era un giro illecito ai danni della società: dipendenti che durante l’orario di lavoro avrebbero svolto attività diverse o si erano assentati, anche per giocare alle slot, ricettazione di rottami, favoritismi. Tra le accuse mosse a vario titolo, perciò non a tutti gli imputati, induzione indebita, peculato, truffa e ricettazione. Ieri il tribunale di Pavia ha assolto Marco Chiesa, già direttore della società, che aveva una contestazione ambientale ed era assistito dall’avvocato Daniele Cei, oltre a Nicolae Csakavari, dipendente. Invece, il privato Lucio Giordano è stato condannato all’ammenda di mille euro, con sospensione. Il collegio ha condannato i già dipendenti della società Giuseppe Pugliese a otto mesi, quindici giorni e trecento euro di multa, Antonio Condello a due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena e Giuseppe Giorgio a due anni con sospensione della pena. La titolare di una società Carmela Giannatempo e il suo collaboratore Lazzaro Soccio sono stati condannati a tre anni di reclusione, l’imprenditore Valerio Garelfi a un anno sei mesi con sospensione della pena. Due società di recupero rottami, una della provincia di Pavia e l’altra piemontese, sono state condannate a 2 anni e 140 mila euro e 2 anni e 112mila euro. Alcuni dei condannati erano già stati prosciolti in udienza preliminare da ulteriori contestazioni, mentre altri indagati avevano scelto riti alternativi e le loro posizioni erano state giudicate fuori dal dibattimento. N.P.
CronacaAddetti infedeli alla Broni Stradella. Sette condanne