
di Manuela Marziani
Adolescenti fragili che, dopo il ricovero, hanno bisogno di continuare a essere seguiti per alcuni mesi di assistenza specializzata e finora erano costretti a rivolgersi fuori regione. Di loro si occuperà Torre della Rocchetta, la nuova comunità residenziale terapeutica per adolescenti di Mondino Community Care, società controllata da Fondazione Mondino Irccs di Pavia, che integra il percorso di filiera in continuità con il reparto di Neuropsichiatria infantile e il centro diurno Riapri il mondo. La struttura, aperta a luglio ma inaugurata ieri alla frazione Vigalfo, si trova in un complesso su due piani di proprietà del Comune di Albuzzano, a pochi chilometri da Pavia, totalmente ristrutturato anche con il contributo di Fondazione Comunitaria Pavia e studiato appositamente per accogliere pazienti adolescenti.
Sedici i posti letto per chi ha gravi disturbi comportamentali in fase subacuta, correlati a patologie psichiatriche dell’età evolutiva e dell’adolescenza quali disturbi del comportamento, disturbi alimentari, disturbi dell’umore, disturbi psicotici, disturbi post-traumatici. "Abbiamo raccolto un’esigenza del territorio – spiega Federica Meriggi, presidente di Mondino Community Care – e proseguito il lavoro che fanno il Mondino e il centro diurno Riapri il mondo". In aumento il numero degli adolescenti che hanno bisogno di un aiuto. "Per ognuno di loro – spiega Alessandro Gavarini, direttore sanitario e partner dell’iniziativa – gli specialisti definiscono un progetto individuale di cura formulato sulle specifiche esigenze dell’adolescente, sulla sua personale storia di vita, sul contesto sociale da dove proviene e con il pieno coinvolgimento della famiglia".
Torre della Rocchetta si divide in due microcomunità da 8 posti ciascuna, per dare quasi il senso di una famiglia: un modulo è dedicato ai disturbi del comportamento alimentare e un altro al disagio psichiatrico con un approccio multidimensionale ai percorsi individuali di cura e il coinvolgimento di tutte le risorse disponibili sul territorio. "L’obiettivo – conclude Renato Borgatti, direttore scientifico della Comunità – è favorire il miglioramento dei sintomi, l’autonomia individuale e il funzionamento sociale mediante interventi educativi, psicoterapici e farmacologici per consentire il rientro nell’ambiente di provenienza".