STEFANO ZANETTE
Cronaca

Pavia, affittano case-vacanza non loro: casalinghe specialiste in truffa

Sono un centinaio i casi, dal 2015 al 2016, che hanno portato ieri all’esecuzione di quattro misure cautelari

Il magistrato Mario Venditti

Pavia, 30 giugno 2018 - Caparre vesrate per l’affitto di case per le vacanze che però non esistevano o non erano nella disponibilità di chi metteva gli annunci su Internet. Sono un centinaio i casi, dal 2015 al 2016, che hanno portato ieri all’esecuzione di quattro misure cautelari, tre ai domiciliari e una in carcere, nei confronti delle quattro presunte responsabili, tutte donne, incensurate. M.Z., 40 anni di Gaggiano, casalinga, è stata portata in carcere a Vigevano; agli arresti domiciliari A. C., estetista 24enne di Corsico, R. T., impiegata 52enne di Milano, e S. L., pensionata 76enne di Dolianova (Cagliari).

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Pavia, in particolare della sezione di polizia giudiziaria presso la Repubblica di Pavia. Contestata l’associazione per delinquere, finalizzata alla truffa, aggravata e continuata. E anche, a due delle accusate, l’ipotesi di reato di sostituzione di persona, per i furti d’identità utilizzati per intestare gli annunci, attivare indirizzi di posta elettronica, numeri telefonici e, in alcuni casi, anche le carte prepagate su cui venivano fatte versare le caparre. «Sono state indagini complesse - spiega il procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti - perché dagli annunci sul web si è dovuto risalire agli indirizzi ip (il protocollo che identifica le utenze Internet) di chi li aveva pubblicati sotto falso nome e ricostruire tutti i passaggi di un meccanismo molto articolato: sembrava la truffa perfetta». Ma perfetta alla fine non era, perché è stata scoperta dai carabinieri.

Le case erano in località sia di mare per le vacanze estive, dall’Isola d’Elba alla Sardegna (Marina di Campo dell’Elba, Cavoli, Marina di Grosseto, San Teodoro, Stintino, Porto Ercole e Arzachena), sia di montagna per le settimane bianche invernali (in alta Val Badia, a Cortina d’Ampezzo, Livigno e Madonna di Campiglio). Venivano pubblicizzate a prezzi molto convenienti su siti generici di annunci, che non sono responsabili dei contenuti. «Per non cadere in questi inganni - il consiglio fornito dai carabinieri attraverso il maggiore Roberto Valvano, comandante del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Pavia - ci si dovrebbe affidare a siti specializzati, che già fanno dei controlli sulle case messe in affitto. O comunque effettuare verifiche incrociate, sul posto o virtuali. E fare poi pagamenti solo tracciabili, con bonifici». Le caparre richieste variavano dai 300 agli 800 euro, cifre per le quali le vittime non sono portate a sporgere denuncia, perché una richiesta di risarcimento rischierebbe di avere costi legali anche più elevati. Non si esclude infatti che i casi possano essere molti più di quelli al momento scoperti.