REDAZIONE PAVIA

Alberto Stasi e Andrea Sempio, duello a distanza. “Il suo Dna? C’è un motivo. Lui non lo conosco”. “Non avevo una relazione con Chiara, i Poggi credono in me”

Delitto di Garlasco, il botta e risposta in tv dal 19 al 24 marzo: tutte le frasi. Stasi è stato condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi; Sempio è indagato dalla Procura di Pavia

Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi

Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi

Garlasco (Pavia) – Se è stato trovato del Dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi “ci sarà un motivo e quindi bisognerà approfondire tutto”. Tranquillo, lo zaino blu in spalla: Alberto Stasi viene avvicinato di prima mattina da una troupe di “Mattino Cinque News” mentre esce dal carcere milanese di Bollate per andare in ufficio. Fa questo percorso dall'inizio del 2023, cioè da quando ha ottenuto ammissione al beneficio del lavoro esterno dall'istituto di pena dove sta scontando 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.

Una sentenza definitiva, che ora però viene messa in dubbio con la nuova inchiesta della Procura di Pavia che ha indagato Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, il fratello più giovane di Chiara, e lo ha obbligato al test del Dna che sarà comparato con il profilo genetico del materiale trovato sotto le unghie della ragazza uccisa a 26 anni e con i reperti della scena del crimine, la villetta in cui lei abitava con la famiglia. Reperti che includono oggetti vari come un barattolo di tè freddo vuoto, un vasetto di yogurt e una confezione di cereali da colazione.

Alberto Stasi il 24 marzo: “Sono innocente”

“Sto bene grazie – dice Stasi al cronista di Mattino Cinque – ma sapete che non posso rilasciare dichiarazioni”. Sempio? “Non lo conosco”. Il ragazzo, all’epoca 19enne, era un frequentatore di casa Poggi, amico del fratello di Chiara, Marco. Tanto che l'ipotesi principale (per cui l'inchiesta su Sempio era già stata archiviata nel 2017) è che quel Dna sotto le unghie di Chiara si sia trasferito dalla tastiera del computer con cui giocava ai videogame insieme a Marco.

“Mai conosciuti”, dice Stasi, per poi ribadire di non aver ucciso Chiara: “Sì, come sempre”, risponde alla domanda se ancora si professa innocente. Poche parole ma che - essendo dichiarazioni alla stampa che non mostrano consapevolezza della condanna - teoricamente lo mettono a rischio di perdere i benefici come il lavoro esterno e la semilibertà che deve chiedere.

Andrea Sempio il 21 marzo: “Nessun contatto con Chiara”

Con Chiara Poggi “non c'è mai stata né una relazione, non c'è mai stato nessun contatto personale non solo fisico, ma non c'è mai stata una chiamata sul cellulare, un contatto, un'uscita con amici. Non c'è e non ci può essere”, dice Sempio in un'intervista a “Quarto Grado” il 21 marzo. “Io non c'entro assolutamente nulla con il fatto. In questa vicenda - aggiunge - non ho nessun peso sulla coscienza, non ho nulla da tenere nascosto, non ho segreti. Sono contento che le autorità vadano a indagare, a scavare il più possibile. Non c'è nulla, guardino tutto, va benissimo. Facciano tutto quello che devono fare, così da chiarire una volta per tutte la mia posizione”.

“Frequentavo la casa, quindi - spiega il giovane - dovessero trovare delle mie tracce, Dna, impronte... frequentavo la casa, cioè ero lì nei giorni precedenti, andavo lì con Marco. Quindi se ci fossero mie tracce, non sarei stupito. Quello che mi dà da pensare è che, adesso, dicano Dna probabilmente da contatto. Però, dico: se fosse Dna da contatto, allora non dovrebbe esserci una parte minima e infinitesimale. Mi aspetterei una quantità sostanziosa, ben evidente”.

Ammette di essere “arrabbiato e spaventato, sia per me stesso sia per gli altri. Sono spaventato, ma non dal punto di vista legale, ma dal punto di vista di tutto ciò che la situazione comporta: da mia madre che continua a piangere, al doversi nascondere”. Con Marco Poggi, conclude, “ci sentiamo”. Il fratello di Chiara crede alla sua versione? “Tra me e lui non c'è mai stato un attimo di sfiducia, di dubbio”.

Sempio 19 marzo: “Non c’entro nulla, andrà tutto bene”

“Io sono innocente. Con questa storia non c'entro nulla. Lasciamo lavorare le autorità e vedrete che andrà tutto bene”, dice Sempio ai microfoni di Chi l'ha visto il 19 marzo.  Poi il 37enne aggiunge: “La famiglia Poggi crede in me, non hanno mai avuto dubbi”. E infine: “Con Marco mi sento ancora. Dal punto di vista legale mi sento tranquillo, mi sta pesando il punto di vista mediatico”.

La nuova indagine e la caccia al Dna

Nel frattempo si va a caccia del Dna di Sempio, dopo che l'aggiunto Stefano Civardi e la pm Valentina De Stefano, nella nuova inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, hanno avuto dal consulente Carlo Previderè un match tra il profilo biologico del 37enne e i risultati sul materiale che fu trovato su unghie e dita di Chiara, stimolati da una consulenza depositata dagli avvocati Giada Bocellari e Antonio de Rensis, legali di Stasi.

Per questo hanno chiesto alla gip di Pavia Daniela Garlaschelli di nominare un perito terzo per una serie di analisi, oltre a quella comparazione del Dna prelevato a Sempio coi “margini ungueali”, su tutto ciò che hanno trovato all'Unità di medicina legale dell'Università di Pavia, come quella confezione di tè, il vasetto di yogurt e la scatola di cereali. Una richiesta troppo “generica” secondo i legali di Sempio, gli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia, che si sono opposti chiedendo in subordine di allargare le comparazioni con altri Dna.