MANUELA MARZIANI
Cronaca

Allarme peste suina africana negli allevamenti: bisogna abbattere altri 11.700 suini

L’assessore regionale Alessandro Beduschi: “Una crisi sanitaria di questa portata richiede una battaglia continuativa che durerà anni”

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Da quando si è diffuso, il virus ha toccato circa 170 aziende

Un anno dopo i primi focolai di peste suina africana, altri contagi. Sono due gli allevamenti colpiti, entrambi in Lomellina. Il primo a Mortara ospita 10mila maiali e il secondo a Gambolò 1.200. Immediatamente è scattato il piano di eradicazione della malattia, che ha l’obiettivo di fermare l’avanzata di un virus fortemente contagioso con l’abbattimento di 11.700 suini. Da quando si è diffuso il virus, che in provincia ha toccato circa 170 aziende che danno lavoro a 400 persone, sono stati abbattuti 45mila capi.

E si pensava che l’emergenza fosse alle spalle. “La gestione di una crisi sanitaria di questa portata è complessa e richiede sforzi coordinati e continuativi – avverte l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi – Sarebbe impossibile sconfiggere questa malattia in pochi mesi. Tuttavia quello che è certo è che in Italia e in Lombardia si sta facendo il massimo, altrove non so”.

I consiglieri regionali di opposizione hanno segnalato anche un caso di positività in un allevamento a conduzione familiare in provincia di Milano per cui sono in corso tutti gli accertamenti da parte del Servizio veterinario regionale per introdurre le misure e i protocolli necessari.

“La battaglia contro la Psa – sottolinea l’assessore – durerà anni e richiede un impegno costante da parte di tutte le istituzioni coinvolte, anche aumentando il più possibile il controllo dei cinghiali che la trasmettono. Tuttavia gli allevatori hanno bisogno di azioni coordinate e di interventi mirati e, soprattutto nei casi di aziende più piccole e meno strutturate, non può mai venire meno l’attenzione alla biosicurezza. Soprattutto in territori dove il virus circola molto, favorito dal caldo, come quello del Parco del Ticino e del Milanese. Grande attenzione è richiesta all’uomo con i suoi comportamenti, perché anche una piccola distrazione può portare il virus nell’allevamento vanificando i sacrifici di tutti”. Più volte è stato chiesto di allentare le ferree regole di contenimento introdotte in tutta la provincia di Pavia ancora divisa in zone di restrizioni e in aree di protezione e sorveglianza.

“Queste misure servono. Quello che certamente non serve sono le strumentalizzazioni di chi pare non aspettare altro che un caso positivo per alimentare polemiche di cui nessuno sente il bisogno”.