
La domanda di posti letto supera di gran lunga l’offerta: uno squilibrio che ha portato a un aumento degli affitti rincarati in tre anni del 38%
Pavia, 19 marzo 2025 – L’obiettivo dichiarato è di 60mila posti letto da realizzarsi entro giugno 2026 con i fondi del Pnrr per colmare il divario tra domanda e offerta di alloggi per studenti nel nostro Paese. Ma per l’Unione degli universitari “è tutto sbagliato, il Pnrr sta fallendo”.
I numeri, definiti drammatici, emergono da un report presentato lunedì a Roma alla Camera dei deputati. “Dalla nostre rilevazioni – ha detto Damiano Di Giovanni, responsabile della Questione abitativa per l’Udu – emerge che oggi nei decreti pubblicati dal ministero dell’Università ci sono 11.623 posti letto, ancora molto lontani dai 60mila da raggiungere tra un anno. L’Italia rischia di restituire i finanziamenti che non riesce a investire, a danno di tutta la comunità studentesca, uno schiaffo davanti a un caro affitti che solo negli ultimi tre anni è cresciuto del 38%”.
A fronte di 900mila studenti in tutta Italia, sono 46.193 i posti letto pubblici. “La copertura della domanda si ferma a una percentuale del 5% – ha aggiunto Di Giovanni – Dopo il Pnrr la copertura reale di posti pubblici salirà solo dello 0,5%”.
Dalla cartina dell’Italia allegata al report emerge come la distribuzione dei posti letto sia disomogenea su tutto il territorio nazionale. “Sembra casuale e non legata a una strategia, con questa improvvisazione sono rimaste escluse intere città universitarie”.
Il caso Pavia
Pavia è una di queste. “Non sono previsti interventi nel piano del ministero – ha sottolineato Giulia Papandrea, segretaria dell’Udu Pavia – Eppure in città ci sono oltre 17mila fuori sede che si sentono abbandonati. E la copertura della domanda in Lombardia è ferma all’8%. Ci eravamo mossi per tempo per chiedere maggiore attenzione per gli investimenti in alloggi pubblici”. In Lombardia sono 8.621 i posti letto contro i 4.232 dell’Emilia Romagna, i 4.142 della Toscana e i 3.630 del Lazio.
“Come Udu con Sunia e Cgil abbiamo sempre criticato la gestione dei fondi Pnrr destinati alle residenze universitarie, che ha privilegiato gli investimenti privati a discapito di una reale valorizzazione del settore pubblico. E la domanda di posti letto supera di gran lunga l’offerta. Uno squilibrio che ha portato a un aumento dei canoni d’affitto che in tre anni sono rincarati del 38%, passando da 335 euro per una stanza singola a 461. Non solo l’obiettivo è lontano dall’essere raggiunto, ma l’emergenza abitativa studentesca è rimasta irrisolta nel nostro territorio”.