Pavia – Viveva con una spada di Damocle sulla testa: un gigantesco aneurisma. Grazie a un normale controllo di prevenzione urologica, ha scoperto che avrebbe dovuto essere operato d’urgenza.
L’intervento eccezionale è stato effettuato senza tagli all’istituto Città di Pavia dall’équipe guidata da Giovanni Bonalumi, responsabile dell’Unità operativa di chirurgia vascolare, e Andrea Azzaretti, angioradiologo consulente dell’ospedale, tra i primi in Lombardia ad adottare la metodica. Sono pochissimi in Italia i casi che hanno potuto beneficiare di questa procedura minimamente invasiva, che rappresenta il futuro nel trattamento degli aneurismi (dilatazioni asintomatiche della parete arteriosa, anomale e non reversibili, la cui rottura potrebbe causare un’emorragia che potrebbe rivelarsi fatale) in pazienti non candidabili per la chirurgia tradizionale. E l’uomo di circa 70 anni residente nel Pavese, con diverse fragilità, non avrebbe potuto sopportare un intervento in chirurgia open in anestesia generale di 4-5 ore, che prevede una grande incisione e l’asportazione dell’undicesima costa per poter raggiungere l’aortica soprarenale.
"Il paziente era affetto da diverse patologie croniche (insufficienza respiratoria e cardiaca, diabete) che avrebbero seriamente compromesso la buona riuscita dell’intervento – dice Bonalumi –. Abbiamo optato per una procedura percutanea, che non prevede incisioni ma 5 piccoli fori che permettono il posizionamento della endoprotesi e degli stent nelle arterie". Attraverso piccoli fori nelle arterie, su collo e arti, quattro chirurghi hanno rilasciato in contemporanea l’endoprotesi aortica e gli stent che, seguendo una speciale guida e sotto monitoraggio radiografico con mezzo di contrasto, hanno raggiunto l’aneurisma.
La procedura, molto complessa, è durata due ore e mezza durante le quali il paziente era sveglio. Si è resa necessaria solo una anestesia locale, in corrispondenza dei fori. Già in piedi il giorno dopo la procedura, l’uomo ora è stato dimesso e sta bene. “Le procedure endovascolari rappresentano il futuro della chirurgia vascolare – conclude Bonalumi – ci permettono di ottenere un risultato sovrapponibile a quello che raggiungeremmo con l’intervento a cielo aperto, ma con una mini-invasività che, per il paziente, fa la differenza".