"Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da parte dei medici dell’istituto Maugeri di Pavia. Hanno da poco scoperto che un loro paziente di 2 anni è affetto da una gravissima malattia chiamata Sindrome di Thimothy. È in lista per impiantare un defibrillatore sottopelle, operazione che sarà possibile tra qualche mese, quando sarà cresciuto un pochino. Durante questa attesa potrebbe avere svenimenti causati da aritmie che potrebbero essere fatali, per la famiglia è di vitale importanza avere in casa un defibrillatore. Ci siamo adoperati subito, lo abbiamo acquistato e il 16 dicembre i medici lo hanno consegnato alla famiglia". È il racconto di Claudia Gabellone, presidente dell’associazione no-profit Alessio Koeman Allegri di Garbagnate Milanese. L’associazione è stata fondata nel giugno 2021 per ricordare suo marito Alessio, capitano dell’Osl Basket, 37 anni, scomparso il 16 dicembre 2019, a soli 12 giorni dalla nascita del figlio Liam, durante una partita di basket, a causa di una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, mai diagnosticata prima. Claudia, insieme ai familiari di Alessio, agli amici e all’Osl Basket da anni è impegnata a sostenere la ricerca e la prevenzione delle patologie cardiache di origine genetica.
"Il primo progetto della nostra associazione è stato proprio con l’Istituto Maugeri di Pavia, che è un centro di riferimento nazionale e internazionale per la gestione di pazienti affetti da patologie aritmogene – racconta Claudia –. Nel marzo 2022 abbiamo consegnato alle famiglie di quattro bambini in cura nell’istituto i primi defibrillatori semiautomatici acquistati grazie a una raccolta fondi". Quello è stato solo l’inizio. L’associazione in questi tre anni ha donato anche 10 defibrillatori alle scuole di Garbagnate, uno al gruppo scout di Saronno e uno all’associazione Slums Dunk Odv. In maggio ha donato un ecocardiografo di fascia alta, all’Unità operativa di cardiologia clinica e imaging cardiaco e di cardiologia dello sport delll’Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio. "Recentemente siamo andati al Galeazzi per avere un riscontro sul macchinario donato e ci hanno raccontato che grazie al nostro edocardiografo hanno individuato un piccolo tumore nel cuore di una signora – conclude Claudia –. Noi abbiamo dato vita all’associazione per trovare la forza di affrontare la tragedia che aveva colpito la nostra famiglia. Siamo contenti di riuscire a dare il nostro piccolo contributo".Roberta Rampini