“Da un mese e mezzo non era più lei. A volte sembrava come se mia figlia sentisse il peso dell'essere madre”. È un racconto devastante quello di Marco Roveda, il padre di Elisa, la donna che il 14 luglio ha strangolato e ucciso suo figlio Luca, di meno di un anno, nella propria casa a Voghera, in provincia di Pavia.
Il nonno del piccolo, in un’intervista, ha detto che quando ha sentito la notizia alla televisione, prima che venisse rivelato il nome della donna, ha subito pensato a sua figlia: “Mai si poteva immaginare che potesse fare del male a suo figlio – ha raccontato – ma nonostante questo non la lasciavamo mai da sola. Io sarei venuto subito, se mi avessero avvisato. Invece l'ho saputo dalla tv: parlavano di una donna di 44 anni, ho subito immaginato che potesse essere mia figlia. Ho chiamato mio genero, ma non rispondeva”. Da lì a poco Marco Roveda avrebbe conosciuto la terribile verità.
Elisa Roveda è in stato di arresto e nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia sul corpo del piccolo per accertare la morte per strangolamento. Attualmente è piantonata dalla polizia nel reparto di psichiatria dell'ospedale San Matteo di Pavia. Quello che preoccupa maggiormente i medici è che la donna possa farsi del male e mettere in pratica atti autolesionistici.
La donna appare distrutta e per il momento non si sa quando il pubblico ministero Paolo Mazza la interrogherà. Quel figlio l’aveva voluto per anni, ma ultimamente aveva iniziato ad essere depressa e da diverso tempo era in cura da un medico.
Suo padre ha raccontato che “da un mese e mezzo aveva paura a stare da sola, a guidare la macchina. Non voleva rimanere da sola. Non si poteva lasciarla da sola. Il marito è andato al lavoro ed è rimasta sola prima che arrivasse la mia ex moglie, doveva chiamarmi, io sarei venuto”. Nonostante tutti i familiare facessero a turno per stare con lei, quando ha ucciso il figlio era rimasta, per breve tempo, sola.