Avevano lasciato Israele quando Eitan aveva un mese la mamma Tal Peleg con il marito Amit Biran, che studiava Medicina a Pavia. Erano arrivati da Tel Aviv perché prima di Amit anche la sorella Aya si era trasferita con il marito Or Nirko in una villetta di Travacò dal giardino confinante con quello dei genitori, i coniugi Biran. Pure Amit e Tal avevano in programma di traslocare da Borgo per una casa più grande di Città giardino. La famiglia si era allargata, era arrivato anche Tom, serviva più spazio.
Ma quel trasloco non è mai avvenuto per la tragedia della funivia, il 23 maggio 2021. Tra tutti i passeggeri, solo Eitan si è salvato. Portato all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, inizialmente sembrava gravissimo. Poi è migliorato e il 10 giugno era tornato a Travacò, affidato alla zia paterna Aya Biran, 44 anni, medico carcerario a Vigevano. Ma quel dolore per la perdita della figlia, del genero, del nipotino e di Itshak Cohen, 82 anni, e della moglie Barbara Cohen Konisky, 70, i nonni di Tal Peleg, ha ulteriormente incrinato i rapporti già difficili tra le due famiglie. Sono emerse così vecchie ruggini e il desiderio di portare Eitan in Israele per farlo crescere secondo i propositi ebraici. In realtà sui suoi social Tal, che aveva dovuto lasciare l’Italia quando era scoppiato il Covid, manifestava il desiderio di tornare a Pavia, dove voleva stessero i suoi bambini che frequentavano la scuola delle Canossiane.
Un progetto che i Peleg, molto legati al nipotino, faticavano ad accettare. Ma ora, come riferisce l’avvocato della famiglia Biran Emanuele Zanalda, l’importante è che Eitan sia sereno con la sua nuova famiglia con gli zii, le cuginette e i nonni nella casa accanto.
M.M.