Stefano Zanette
Cronaca

Simone Maffei colpito da un proiettile durante il concerto a Bereguardo: “Ho sentito un bruciore, poi il sangue”. Le ipotesi sul movente

Il pallino di piombo esploso verso il palco da un’arma ad aria compressa. Ferito il chitarrista dei Burial of Babylon che ha continuato a suonare “per evitare il panico”

Simone Maffei sul palco durante un'esibizione

Burial of Babylon al concerto del 28 luglio al Castello di Bereguardo A sinistra, il chitarrista Simone Maffei con il cantante

Bereguardo (Pavia) – “Sì, mi hanno sparato mentre ero sul palco”. Simone Maffei, 31enne chitarrista dei Burial of Babylon, dopo una settimana quasi ancora non ci crede: è stato colpito alla spalla da un proiettile di piombo esploso con un’arma ad aria compressa. Ma chi è il “cecchino“? E perché ha sparato sulla band?

L’episodio risale alla tarda serata di domenica 28 luglio. Maffei stava suonando con il gruppo al concerto nel cortile del castello di Bereguardo, nel Pavese. Tra il pubblico nessuno si è accorto di nulla e dell’accaduto non si sono avute notizie certe fino a ieri, quando il chitarrista ha raccontato pubblicamente quel che gli era successo, anche per puntualizzare alcune imprecisioni trapelate nel silenzio mantenuto dalla polizia per le indagini.

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Simona Maffei, chitarrista

I fatti, intanto. Le 23.30 di domenica 28 luglio. Racconta il chitarrista: “Stavamo suonando il secondo pezzo della scaletta quando ho avvertito un colpo. Una sensazione strana, come se avessi ricevuto una “manata“ che mi ha spostato la spalla. All’inizio ho pensato che fosse stato un grosso insetto e ho continuato a suonare. Arrivati al quarto brano avevo un bruciore sempre più forte alla spalla, ho messo la mano sotto la maglietta e l’ho trovata imbrattata di sangue. A quel punto ho capito che non poteva essere la puntura di un insetto, ma ho continuato ugualmente a suonare. Anche perché non volevo provocare il panico: nessuno si era accorto di nulla, ed era meglio così”. Al termine dell’esibizione, sceso dal palco, il 31enne si è rivolto agli organizzatori per farsi medicare e poi è andato al Policlinico San Matteo di Pavia. Il piombino si era conficcato nella spalla.

“Sono arrivato al Pronto soccorso che era circa l’una e mezza di notte – prosegue il 31enne – I medici hanno verificato che avevo un ‘bossolino’ nel muscolo sotto la scapola destra. Me lo hanno estratto e ho visto che aveva la forma di una clessidra. Sono tutt’altro che un esperto, non sono né un cacciatore né un militare: di lavoro faccio lo sviluppatore di software. Mi hanno spiegato che è un tipo di bossolo usato per le armi ad aria compressa. Presumo che non fosse un’arma potente, visto che il proiettile si è conficcato nel muscolo e non lo ha perforato. Ma poteva andarmi molto peggio: sono stato colpito a soli due centimetri dall’arteria. Me la sono cavata con 15 giorni di prognosi e tre punti di sutura”.

Da qui la denuncia al posto di polizia dell’ospedale e nel pomeriggio di lunedì la deposizione in Questura. Ancora Maffei: “So che il bossolo è alla balistica per le analisi, le sono indagini in corso. Spero proprio che riescano a individuare il responsabile: abbiamo anche lanciato un appello a chi era presente al concerto per consegnare foto e video alla polizia”.

Ipotesi sul movente? “Non penso che fossi proprio io l’obiettivo – risponde il chitarrista – Gli organizzatori ci hanno detto che alcuni cittadini di Bereguardo si lamentano per la musica ad alto volume. Dalle proteste a sparare verso il palco, però, c’è una bella differenza. Non sappiamo neppure se siano stati esplosi più colpi: sul palco non sono stati recuperati altri bossoli. La band che aveva suonato prima di noi ha trovato un foro in un piatto della batteria, sono in corso le indagini”.