NICOLETTA PISANU
Cronaca

Pavia, scandalo hot alle Bozzole: condannati i due imputati

Pene più lievi rispetto alle richieste del pm

Da sinistra, l’avvocato Roberto Grittini, Florin Tanasie e Flavius Savu

Pavia, 31 maggio 2018 - Due condanne per il sexy ricatto ai preti del santuario delle Bozzole di Garlasco. Per Flavius Savu, trentasettenne romeno, i giudici del collegio del tribunale di Pavia hanno sentenziato cinque anni e sei mesi di reclusione, oltre a tremila euro di multa. Per Florin Tanasie invece hanno stabilito la pena di un anno e otto mesi di reclusione più una multa da quattrocento euro.

In precedenza, il Pm Roberto Valli durante la sua requisitoria aveva chiesto dieci anni per Savu e due anni e sei mesi per Tanasie. I due erano assistiti dal difensore Roberto Grittini, che aveva chiesto l’assoluzione. I risarcimenti saranno stabiliti in separata sede, ma ieri i giudici hanno disposto il versamento di provvisionali da 7.000 euro nei confronti di don Gregorio Vitali, ex rettore del santuario, è da 5.000 euro verso don Pietro Rossoni, suo collega all’epoca dei fatti. Entrambi i sacerdoti, parti offese al procedimento, si erano costituiti anche parti civili, per loro l’avvocato Alessandro Ferrari aveva chiesto risarcimenti rispettivamente da cinquantamila e diecimila euro. Savu e Tanasie e  erano finiti nei guai a giugno 2014, quando carabinieri travestiti da preti avevano organizzato un incontro per la consegna di una busta di denaro estorto: all’appuntamento, i militari avevano bloccato i ricattatori. I due erano accusati di aver chiesto in totale 250.000 euro minacciando la curia di diffondere presunti filmino hard che vedevano coinvolti i sacerdoti del santuario. Don Gregorio in aula nel novembre 2015 aveva dichiarato di aver pagato in parte Savu perché aveva paura dell’insistenza e delle aggressioni verbali di Savu. L’ex rettore aveva confessato di aver avuto un approccio sessuale con un uomo chiamato Valentino, ma mai con Savu, anzi aveva raccontato di essere scappato quando lui una sera gli aveva calato di forza di pantaloni. E il don aveva precisato che il denaro consegnato era suo e di familiari, mai del santuario.

Don Péietro invece aveva negato di aver avuto rapporti, spiegando che nel confessionale un uomo gli si era proposto e lui l’aveva respinto: ma poi era scattato ugualmente il ricatto di Savu. Il cittadino romeno aveva sedotto e ricattato anche un collaboratore del santuario, con cui avrebbe avuto un incontro erotico al cimitero di Borgo San Siro, e aveva raggirato anche una pensionata, facendosi dare 27.000 euro puntando sul buon cuore della donna e raccontandole che aveva un parente molto malato che necessitava di cure costose. Alla fine, le vittime avevano denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine e così era stata ordita la trappola per cogliere i due in flagrante. Ora per loro si è concluso il primo grado di giudizio: «Attendiamo le motivazioni, forse sono sfuggite alcune sfumature», ha commentato Grittini.