STEFANO ZANETTE
Cronaca

Broni, droga e violenza per gestire lo spaccio: altre accuse a quattro già arrestati

Notificate ulteriori misure cautelari nei confronti di presunti spacciatori già in carcere dopo gli arresti dei carabinieri a inizio febbraio e nel dicembre scorso

Le indagini sono state condotte dai carabinieri

Le indagini sono state condotte dai carabinieri

Broni (Pavia), 22 aprile 2025 - Altre accuse per quattro uomini già in carcere. I carabinieri della Compagnia di Stradella hanno reso noto di aver eseguito 4 arresti, per accuse a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi ed estorsione aggravata in concorso in esecuzione di ordinanza di applicazione di misure cautelari emesse dal Gip di Pavia.

Gli arrestati e le accuse

I quattro arrestati, di nazionalità marocchina, domiciliati in precedenza nel Vigevanese, erano già detenuti "per cause strettamente connesse alla misura in esecuzione" nelle carceri di Pavia, Voghera, Poggio Reale a Napoli e Isola di Gorgona a Livorno. "Il presente procedimento penale - spiegano i carabinieri nella nota stampa - traeva origine da varie aggressioni avvenute a Broni e zone limitrofe, nei confronti di altri soggetti di origine magrebina, tra cui il tentato omicidio di D.M. dell'aprile del 2022 (a Barbianello, ndr), che traevano il loro movente nella volontà di controllare capillarmente l'attività di spaccio sul territorio e impedire scissioni da parte di alcuni correi, come M.Y., loro connazionale, che nel novembre 2022, nell'agro tra i comuni di Broni e Verrua Po, veniva minacciato con una pistola alla testa, legato e rinchiuso nel bagagliaio di un'auto e successivamente picchiato per costringerlo a continuare a vendere stupefacenti nella piazze di spaccio da loro gestiti in Broni e Varese".

Intercettazioni e modus operandi

Lo scorso febbraio erano scattati 4 arresti per droga, mentre nel dicembre dello scorso anno erano già stati arrestati in 10, 7 di nazionalità marocchina e 3 egiziana, per i reati di detenzione e porto abusivo di armi e munizioni, estorsione, ricettazione e lesioni personali aggravate in concorso. "Le intercettazioni telefoniche svolte nel corso delle indagini - spiega ancora la nota dei carabinieri - permettevano infatti di appurare la peculiare efferatezza e spregiudicatezza da parte degli arrestati nel mantenere il controllo della fiorente attività illecita di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti quali cocaina, eroina ed hashish che permetteva loro guadagni giornalieri medi quantificati in euro 3.000".

Con l'intercettazione di oltre 22mila conversazioni telefoniche, gli inquirenti hanno ricostruito i ruoli degli indagati il modus operandi dello spaccio: "Gli acquirenti, in prevalenza tossicodipendenti della zona e della vicina provincia di Piacenza, prendevano accordi telefonici sui cosiddetti telefoni 'citofono' di spaccio, tramite cui effettuavano l'ordine e ricevevano istruzioni sul luogo della consegna".