Un termosifone staccato dalla sua sede e i locali allagati. La notte tra mercoledì e ieri è stata molto movimentata al Pronto soccorso del San Matteo dove un paziente di 44 anni, nel momento in cui è andato in bagno, ha sradicato un radiatore facendo zampillare l’acqua che si è riversata in tutta l’area “a bassa intensità”. Erano circa le 23 quando l’uomo è arrivato in policlinico accompagnato dai sanitari del 118. Apparentemente il paziente, pur essendo fragile, non mostrava segni di agitazione. "Sembrava tranquillo" fanno sapere dal San Matteo. Ma poi qualcosa deve essere scattato e, quando si è chiuso in bagno, il paziente ha perso le staffe mandando in tilt la zona che si occupa dei pazienti a bassa intensità. Subito gli operatori hanno coperto il pavimento con camici e teli per asciugare l’acqua, nel frattempo sono stati chiamati i vigili del fuoco che non hanno potuto usare le idrovore perché l’allagamento non era eccessivo. Sul posto sono arrivati anche un idraulico e un elettricista che hanno provveduto a riattivare il riscaldamento. Attorno all’1,30 gli ambulatori sono tornati operativi e le persone in attesa sono state visitate.
"Il paziente ha tentato di aggredire anche gli operatori del Pronto soccorso in servizio - sottolinea Caludio Amato del sindacato Fials -. Ormai accade sempre più spesso. I pazienti con fragilità non ricevono risposte sul territorio e, quando si rivolgono al Pronto soccorso, hanno reazioni incontrollate". Ieri mattina nella struttura che si occupa delle emergenze sembrava che nulla fosse accaduto, ma quelle due ore e mezza vissute l’altra notte sono ben presenti negli operatori che si sono trovati le sale allagate. "Pochi giorni fa un medico e un infermiere del pronto soccorso erano stati aggrediti da un giovane e da sua madre - prosegue Amato -. L’altra notte è accaduto un altro episodio di violenza che fortunatamente non ha avuto conseguenze per gli operatori. Non si può andare avanti così. L’ho detto chiaramente anche all’incontro che abbiamo avuto giovedì scorso: l’azienda deve correre ai ripari. Gli operatori si sentono abbandonati. È il caso che la direzione mostri di essere al fianco di chi lavora in trincea". Nei giorni scorsi la direzione welfare della Regione ha inviato una circolare alle Ats, Asst, Irccs con alcune disposizioni anche alla luce della recente normativa nazionale che rafforza la protezione degli operatori sanitari prevedendo la procedibilità d’ufficio in caso di violenze e l’inasprimento delle pene.