
Pavia, sviluppò il processo per la produzione di metanolo investendo nella formazione dei giovani. Talento da riscoprire.
Si è imposta in un mondo accademico e industriale che era quasi esclusivamente maschile, dimostrando di possedere un notevole talento, ma è stata oscurata dalla fama del marito, il celebre chimico Luigi Casale, pioniere della produzione dell’ammoniaca sintetica. In un momento in cui la percentuale di donne tra i 25 e i 34 anni con una laurea Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) in Italia è del 16,8% contro il 37% di uomini, la figura di Maria Sacchi Casale merita di essere riscoperta. Nata a Pieve del Cairo nel 1889, fin da piccola ha manifestato una notevole passione per la scienza fino a laurearsi in chimica all’Università di Torino all’inizio del Novecento. Durante gli studi universitari ha conosciuto Luigi Casale, originario di Langosco in Lomellina, con il quale ha condiviso la vita, ma anche un’intensa collaborazione scientifica.
La svolta della sua carriera, però, è avvenuta in seguito a una tragedia, la prematura scomparsa di Luigi nel 1927 a soli 45 anni. In quel momomento Maria ha preso in mano la Siri (Società italiana ricerche industriali) di Terni, fondata dal marito, dimostrando una straordinaria visione manageriale e ottenendo brevetti industriali a livello internazionale. Sotto la guida di Maria Sacchi Casale, infatti, è stato sviluppato il processo Casale per la produzione di metanolo, un’alternativa strategica ai carburanti tradizionali, fondamentale per un’Italia carente di petrolio. Poi si è passati al motore ad ammoniaca, brevettato nel 1935 e testato prima su una Fiat 509 poi su una Fiat 527 "Ardita 2500" e modificato per funzionare a metanolo, che non non ha avuto uno sviluppo commerciale. Inoltre, su suggerimento del pittore vigevanese Carlo Bocca, Maria ha effettuato sperimentazioni nel settore della fotografia a colori e tentativi di produrre rubini sintetici, ma i costi elevati impedirono la realizzazione su larga scala.
"Questi studi, all’epoca considerati visionari – ha detto Emanuele Gallotti, professore in pensione che grazie alle nozze con Anna Legnani è diventato cugino di Luigi Casale – oggi si rivelano di estrema attualità, soprattutto nel campo delle energie alternative e della chimica industriale sostenibile". Inoltre da imprenditrice illuminata, Maria investì anche nella formazione dei giovani. Nel 1930, in memoria del marito, donò 10mila lire alla Scuola commerciale di Vigevano, un contributo che continuò ogni anno fino alla sua morte, nel 1950. Negli anni successivi, la scuola istituì una borsa di studio a suo nome, e nel 2001 venne creato il premio Casale, assegnato agli ex alunni distintisi in ambito professionale.
Nel 1983, durante una commemorazione del padre, il figlio Renato Casale ora pure lui scomparso, volle rendere giustizia anche alla madre: "Mio padre è stato un grand’uomo, ma la mamma non gli è stata da meno. Fu un’insostituibile collaboratrice e, dopo la morte di mio padre, si dedicò completamente alla sua memoria, senza chiedere nulla per sé". Oggi tocca a Emanuele Gallotti mantenere vivo il ricordo di Maria: "Vorrei che il suo nome non venga dimenticato, ma possa ispirare le generazioni future".