STEFANO ZANETTE
Cronaca

Carcere, tragedia sfiorata. Detenuto appicca incendio due agenti intossicati

Paura in una cella di Torre del Gallo, la denuncia del sindacato di polizia "Mancano psicologi. Solo il coraggio del nostro personale ha evitato il peggio" .

Un mezzo dei vigili del fuoco L’incendio è stato appiccato nella serata di venerdì Gli agenti sono stati trasferiti in ospedale e dimessi dopo le cure

Un mezzo dei vigili del fuoco L’incendio è stato appiccato nella serata di venerdì Gli agenti sono stati trasferiti in ospedale e dimessi dopo le cure

Un detenuto e due agenti della polizia penitenziaria portati in ospedale per intossicazione da fumo. Sono le conseguenze di un incendio appiccato nella sua cella dallo stesso 30enne, italiano, ristretto nel carcere pavese di Torre del Gallo. È successo nella serata di venerdì, denunciato ieri dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) attraverso il segretario della Lombardia, Alfonso Greco, e il segretario generale, Donato Capece. Nessuno dei tre coinvolti è rimasto ustionato e anche le intossicazioni da fumo si sono per fortuna rivelate di lieve entità, con rapide dimissioni dopo le cure in ospedale. "Tragedia sventata – per il Sappe – ma fino a quando avremo questa fortuna?".

"In brevissimo tempo – riferisce Greco – una densa nube di fumo nera avvolgeva la cella, avendo le fiamme attinto coperta e materasso, mettendo a repentaglio la vita dell’autore dell’insano gesto. Solo il coraggioso e tempestivo intervento del personale di polizia penitenziaria ha evitato il peggio". Unanime il plauso agli agenti della polizia penitenziaria che hanno letteralmente salvato il detenuto, precipitandosi in mezzo al fumo incuranti della propria incolumità. Greco esprime infatti "un vivo apprezzamento al prezioso operato degli agenti della casa circondariale di Pavia, grazie ai quali è stata impedita una nuova tragica morte in carcere". Però "torniamo a denunciare ancora una volta la mancanza di operatori sanitari, psicologici e psichiatrici e ribadiamo la necessità di concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare alle carceri lombarde".

"Il dato oggettivo – sottolinea anche il segretario generale del Sappe – è che la folle decisione dell’uomo è sicuramente originata da uno stato psicologico di disagio. È un dato oggettivo che chi è finito nella maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari".

"L’ennesimo gesto inconsulto di un detenuto – conclude Capece – dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari. E si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 25mila tentati suicidi ed impedito che quasi 200mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze".