Pavia, 7 maggio 2017 - Un trafficante d’armi recluso in Libia potrebbe rappresentare una pista per un giallo che addolora Pavia da tre anni. Era il 24 maggio 2014 quando il fotoreporter pavese Andrea «Andy» Rocchelli e il fixer Andrei Mironov venivano uccisi in Ucraina, dove si trovavano per documentare gli scontri armati nella regione di Donetsk. A tre anni da quei fatali colpi di mortaio contro l’auto su cui viaggiavano, l’inchiesta della Procura di Pavia seguita alla loro morte si intreccia con un’indagine del Ros di Ancona su un presunto trafficante di armi. E così potrebbe esserci una chiave di svolta per far luce sulla tragedia del fotografo trentenne e dell’interprete, tuttora avvolta nel mistero.
L'indagine prende il via da accertamenti sul sospetto trafficante, che vive in provincia di Ascoli Piceno. Secondo gli investigatori, l’uomo, estraneo alla vicenda di Rocchelli e Mironov, potrebbe avere avuto contatti con soggetti stranieri coinvolti. Non sarebbe stato un incidente, come inizialmente si era pensato. Drammi che purtroppo in zone di guerra possono succedere. Secondo le indagini, si sarebbe potuto trattare di «un atto appositamente studiato».
Sull'inchiesta italiana c’è il più stretto riserbo, sarebbe stato sentito negli ultimi mesi il fotografo francese William Roguelon, sopravvissuto all’attacco in cui persero la vita Rocchelli e Mironov. È in corso da anni anche un’inchiesta in Ucraina sulla vicenda, ma ad oggi non sono stati forniti risultati, tanto che la Procura di Pavia sarebbe in procinto di presentare un’ulteriore richiesta di rogatoria verso il Paese, come già fatto in passato.
Riguardo alla vicenda c’erano stati contatti anche tra le diplomazie italiana e ucraina, nel tentativo di velocizzare i tempi d’indagini. Sono da chiarire i punti di contatto tra l’inchiesta del Ros di Ancona e quella su Rocchelli. Il presunto trafficante è sospettato di aver organizzato un sistema di compravendita illegale internazionale di armi, motivo per cui si trova da un anno in un carcere in Libia. Lo stesso reato gli è stato contestato dalla Procura di Ascoli Piceno, che lo ha indagato insieme a un cittadino egiziano e due di nazionalità libica.
La Procura ascolana ha avanzato richiesta di estradizione, affinché l’uomo sia sentito e giudicato in Italia: i contatti con i personaggi coinvolti nella morte di Rocchelli e Mironov potrebbero anche essere stati inconsapevoli, secondo gli investigatori, tuttavia possono risultare preziosi ai fini della chiarezza sulla vicenda.