MANUELA MARZIANI
Cronaca

Reparti di degenza, via ai lavori a Casorate Primo

Affidato il cantiere per la trasformazione dell’ospedale. Il direttore Gozzini: soluzione innovativa

Da sinistra Invernizzi, Vai, Vona, Gozzini, De Castro, Bona e Maniacci

Casorate Primo (Pavia), 17 luglio 2020 - Arrivano i reparti di degenza di comunità. Questi spazi saranno destinati a una fase intermedia tra il ricovero ospedaliero e l’assistenza domiciliare in cui per due o tre settimane i pazienti, saranno ricoverati per ricevere cure con un’impronta infermieristica d’assistenza e il coinvolgimento dei medici di famiglia. "E’ una nuova modalità di assistenza - ha spiegato il direttore socio-sanitario Armando Gozzini - che era stata prevista dalla conferenza Stato-Regioni. Una soluzione sperimentale e innovativa per il territorio". Le degenze di comunità saranno disponibili entro il prossimo anno, quando saranno terminati i lavori di ristrutturazione dell’ospedale Carlo Mira finanziati con 3 milioni di fondi regionali.

Ieri mattina, alla presenza del sindaco di Casorate, Enrico Vai, è stato consegnato il cantiere che segna l’inizio dei lavori di riqualificazione dell’ospedale, futuro Pot (presidio ospedaliero territoriale), ossia strutture multi servizio deputate all’erogazione di prestazioni residenziali sanitarie e sociosanitarie a media e bassa intensità per acuti e cronici e di prestazioni ambulatoriali e domiciliari. "Con i finanziamenti ottenuti - ha proseguito Gozzini - verrà ristrutturato l’intero vecchio ospedale di Casorate".

I lavori, che dovrebbero terminare nel settembre del prossimo anno, prevedono la riorganizzazione del reparto di degenza dei subacuti, con creazione di un reparto efficiente e rispondente ai requisiti di accreditamento; la riorganizzazione della zona ambulatoriale e l’introduzione di tre stanze con un posto tecnico/poltrona da destinarsi alla macroattività ambulatoriale complessa e un ambulatorio per la terapia anticoagulante orale; la riorganizzazione degli studi medici, con l’inserimento di due locali open-space dotati di tre postazioni di lavoro ognuna e quattro stanze con postazioni singole; introduzione della zona dedicata ai medici di medicina generale.

Inoltre verrà risistemata l’area dedicata al Cup e al punto unico di accesso, gli ambulatori e il punto prelievi. L’edificio, che ha quasi 100 anni, ha legato la sua storia al suo benefattore l’ingegnere Carlo Mira, il cui lascito, insieme a quello della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, permise, nel 1928, la costruzione del fabbricato centrale dello stabilimento ospedaliero. Per la sua collocazione geografica, il bacino di utenza che si rivolge all’Ospedale di Casorate Primo, pur essendo collocato in territorio pavese, proviene in buona parte dal territorio di Milano Sud.

L’attività svolta dalla medicina interna, dalle riabilitazioni pneumologica e geriatrica e tutta l’attività ambulatoriale sono quelle maggiormente richieste per la cura del paziente cronico per il quale è in atto il nuovo percorso di presa in carico. Ora sarà trasformato in Pot e si dedicherà a pazienti cronici, prevalentemente complessi e fragili. "I Pot - spiegano all’Asst - devono operare integrando i servizi di tipo sanitario ospedalieri, domiciliari, ambulatoriali e residenziali di media e bassa intensità, favorendo l’integrazione e la comunicazione tra gli operatori sul singolo percorso". Il progetto di ristrutturazione approvato lo scorso anno, ha visto aggiudicare e consegnare i lavori che ora possono partire.