Cossolnovo (Pavia) - Multe cancellate agli amici, proprietari di mezzi da sequestrare “consigliati“ di vendere i mezzi ad amici. E pressioni, anche fisiche, su chi non si adeguava al sistema. Lo scandalo della polizia locale di Cassolnovo, in Lomellina, si traduce in accuse di concussione continuat a, falso in atto pubblico, indebita induzione a dare o promettere utilità e atti persecutori in danno di un collega. Per questo da ieri mattina sono agli arresti domiciliari la comandante dei vigili, Maria Grazia Petrapertosa, 58 anni, e il vice Luigi Critelli, 46 anni. A firmare il provvedimento cautelare, eseguito dai carabinieri di Vigevano del maggiore Palo Banzatti, il gip del Tribunale di Pavia. A far scattare le indagini era stata la querela presentata dalla mamma di un adolescente. La comandante, alla guida della polizia locale cassolese dal giugno del 2000 e il suo vice, avrebbero tenuto procedure del tutto anomale ed arbitrarie in ordine al fermo di due motociclette da cross, prive di targa e assicurazione e quindi non abilitate a circolare in strada. Secondo l’accusa i due, pur non avendo riscontrato violazioni al Codice della Strada si erano fatti consegnare le due moto, senza tuttavia redigere un verbale di sequestro, e successivamente avrebbero chiesto ai due giovani proprietari di venderle a soggetti che loro avrebbero indicato e al prezzo da essi stabilito, inferiore al valore reale delle due moto.
Non solo. Davanti alle rimostranze dei genitori dei ragazzi, che si erano rivolti al Comune, comandante e vice avevano provveduto a restituire le moto, estendendo in un secondo momento i verbali di contestazione e fermo amministrativo fornendo però una ricostruzione dell’accaduto molto diversa dal reale. In più avevano inviato al sindaco e al segretario comunale una relazione completamente discordante da quanto avvenuto in realtà , una versione di comodo necessaria a giustificare il loro comportamento. Nella vicenda entra anche un agente al quale in più occasioni era stato chiesto di annullare delle multe elevate nel confronti di persone a legate per ragioni professionali o di amicizia ai due ufficiali. Davanti al rifiuto, il vigile, poi trasferito dalla polizia locale ad un altro ufficio comunale con mansioni differenti da quelle per le quali era stato assunto, era stato fatto oggetto di minacce verbali e pressioni fisiche, tanto da rendere necessario il ricorso all’utilizzo di psicofarmaci.