STEFANO ZANETTE
Cronaca

I familiari e i silenzi della Procura. Match dei campioni di Dna, il legale dei Poggi prende tempo: “Tanto clamore, ma nessun atto”

Gianluigi Tizzoni: “Per quanto paradossale, finora di questa riapertura non abbiamo un foglio. Al processo per tutti erano tracce illeggibili”. Le analisi: “Si usa la formula dell’accertamento ripetibile, senza avvisare le parti”

Chiara Poggi. Sotto, Andrea Sempio e Alberto Stasi

Chiara Poggi. Sotto, Andrea Sempio e Alberto Stasi

Garlasco (Pavia), 18 marzo 2025 – Il silenzio della Procura di Pavia per la riaperta indagine sull’omicidio di Garlasco colpisce anche la famiglia della vittima. “È un po’ paradossale - ammette l’avvocato Gianluigi Tizzoni, da sempre legale dei Poggi - ma in mezzo a tutto questo clamore mediatico, a me di questa indagine, formalmente, non risulta proprio nulla: non ne siamo stati ufficialmente notiziati”. Un silenzio che non dura solo da martedì scorso, quando è trapelato l’avviso di garanzia peraltro notificato il 21 febbraio, ma che in realtà prosegue già dall’ottobre dello scorso anno, anzi dal maggio precedente, quando prima il Gip negò alla Procura la riapertura delle indagini che poi invece la Procura ottenne dalla Cassazione. Non una settimana, ma già diversi mesi di indagini nel totale silenzio, anche nei confronti della famiglia della vittima.

L'avvocato Gianluigi Tizzoni (con gli occhiali da sole)
L'avvocato Gianluigi Tizzoni (con gli occhiali da sole)

In attesa di notifiche

Una apparente anomalia che ha una sua giustificazione giuridica. “La Procura deve notificare alla parte offesa – spiega Tizzoni – solo quando vengono compiuti determinati atti, come accertamenti irripetibili o un incidente probatorio. In questo caso, evidentemente, la Procura non ha disposto nulla da doverci notificare e quindi ad oggi, correttamente, non ci ha ancora avvisati”. Un aspetto sostanziale, per capire che tipo di indagine stanno effettuando, sempre in silenzio, i magistrati pavesi. “Sto aspettando dalla Procura – prosegue il legale della famiglia Poggi – l’atto abilitativo, un passaggio formale per poter interloquire telematicamente per gli atti: l’ho richiesto, ma ad oggi la Procura non ha ancora dato questo atto abilitativo”.

Quindi, al momento, non ci sono atti che la Procura deve notificare alla parte offesa. Neppure la comparazione del Dna dell’indagato Andrea Sempio. “Non mi risulta”, conferma l’avvocato Tizzoni, avvalorando la possibilità che la Procura stia procedendo con la comparazione attraverso la modalità dell’accertamento ripetibile, per il quale non devono essere coinvolte difesa né parte offesa, che potranno poi a loro volta far svolgere a periti di parte degli altri accertamenti, sempre ripetibili, in quella che già si preannuncia una guerra di perizie.

Cinque gradi di giudizio

Uno scenario non nuovo per l’omicidio di Chiara Poggi, commesso il 13 agosto 2007 a Garlasco. “Per il momento prendo le distanze da chi ritiene già confermato il match dei campioni di Dna – aggiunge l’avvocato dei Poggi – posso solo confermare quello che è agli atti della lunga vicenda processuale, che ho seguito dall’inizio e per tutto il suo svolgimento. E anche i periti e gli avvocati della difesa di Stasi, nel contraddittorio, tutti avevano confermato che quel Dna non era utilizzabile. Per me è la verità processuale scolpita nella roccia”. Ora però proprio per quel Dna, trovato sulle e sotto le unghie di Chiara, la Procura ha riaperto le indagini. “Ritengo che la magistratura – replica l’avvocato Tizzoni – non potrà che confrontarsi con i 5 gradi di giudizio, non vedo come possa esserci una decisione diversa, è un mistero procedurale che risolveremo quando potremo avere gli atti dell’indagine”.

“Sempio? È tranquillo”

Nel frattempo l’indagato Andrea Sempio, tramite il suo legale, si dice “tranquillo” e anche quasi pronto a cercare un ritorno alla normalità, ad esempio riprendendo a lavorare. Come valuta la famiglia Poggi l’ipotesi di più persone coinvolte in concorso nell’omicidio di Chiara, per l’ipotesi di reato che il difensore di Sempio, l’avvocato Massimo Lovati, ha definito una “finzione giuridica”? “Stimo i magistrati pavesi – risponde Tizzoni – e non posso pensare che la Procura abbia fatto un’iscrizione strumentale. È un’indagine che comporta investimenti economici, risorse dello Stato, che vanno utilizzate in maniera attenta e rispettosa di tutti i codici comportamentali. Ma sono esternazioni su indagini alle quali non stiamo partecipando”.