
Chiara Poggi, uccisa a 26 anni il 13 agosto del 2007
Garlasco, 26 marzo 2025 – Un lungo elenco. “Campioni biologici e reperti della vittima Chiara Poggi” che “o non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo”, ma che ora possono invece “essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell’incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo Dna e della più evoluta sperimentazione di laboratorio”, oltre a non essere “mai stati comparati con il Dna dell’odierno indagato”.
È questo che la Procura di Pavia ha chiesto al Gip di poter analizzare nella modalità dell’incidente probatorio, nella fase delle indagini preliminiari riaperte sull’omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco per cui è indagato Andrea Sempio, in concorso con altri eventuali ignoti o con Alberto Stasi, non più indagabile in quanto già condannato in via definitiva a 16 anni per il medesimo reato.
Gli oggetti da analizzare
Nelle due pagine di elenco allegate alla richiesta della Procura al Gip c’è la lunga lista di provette e di tamponi effettuati sia nell’autopsia che nelle prime fasi delle indagini, con diversi oggetti repertati nel corso dei ripetuti sopralluoghi del Ris sulla scena del delitto, tra cui il “frammento di tappetino” del bagno, il contenitore di tè freddo “con cannuccia”, la plastica di una confezione di yogurt, un’altra di biscotti e un sacchetto di cereali.
Tutto mai uscito in 18 anni dalla regolare ‘catena di custodia’ e che i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno trovato ancora “presso l’Unità di Medicina Legale Scienze Forensi del Dipartimento Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia”.
Reperti per i quali, come hanno sottolineato i legali della parte offesa, già nel 2011, in occasione del processo di Appello-bis dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza di assoluzione del precedente secondo grado di giudizio, avevano chiesto di analizzare nuovamente, trovando l’opposizione della difesa dell’allora unico imputato, Alberto Stasi, accolta dai giudici. Nel corso dei successivi 14 anni di certo la “sensibilità analitica” è ulteriormente aumentata, ma soprattutto le nuove analisi genetiche sarebbero motivate dalla comparazione con il Dna del ‘nuovo’ indagato, seppure la sua posizione sia già stata archiviata due volte nel 2017 e nel 2020.
Ma la difesa di Sempio ha obiettato la modalità degli accertamenti irripetibili in incidente probatorio “per cristallizzare la prova” in questa fase di indagini preliminari, dunque ancor prima di un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
L’indagato
In attesa della decisione del Gip, ancora ieri l’indagato Sempio ha parlato in tv, davanti alle telecamere di Storie Italiane su RaiUno, ribadendo il proprio stato d’animo: “È un turbine: ci sono giornate in cui la tensione si allenta un po’ e ci sono momenti in cui esce una qualche notizia, è un’alternanza di momenti di quasi calma e momenti pesanti”. Anche tornare al lavoro non gli è bastato: “Come se tu la vita di prima potessi farla”.
E l’aspetto mediatico gli pesa di più di quello giudiziario: “Questa vicenda - dice ancora Andrea Sempio - purtroppo va su due fronti: quello legale e quello mediatico, che al momento è quello che ha il peso preponderante, perché non è una cosa che cade solo sulle mie spalle, ma su quelle di tutte le persone che mi sono vicine, dagli amici, alla mia famiglia, ai colleghi di lavoro. È un disastro, una cosa che schiaccia tutto”.