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L’omicidio di Sabrina Baldini Paleni a Chignolo Po, il compagno Franco Pettineo ha confessato: “Abbiamo litigato e l’ho strangolata”

L’uomo, fratello dell’ex marito della vittima, era fuggito ed era stato rintracciato a Pandino, nel Cremonese. Poi, portato in caserma per essere interrogato. La figlia della vittima: “Non ti meritavi questo”

Sabrina Paleni uccisa dal compagno nella casa dove vivevano a Chignolo Po, nel Pavese

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Pavia, 15 marzo 2025 – “Abbiamo litigato e l’ho strangolata”. Ha confessato Franco Pettineo, il 52enne che ha ucciso, strozzandola, la convivente Sabrina Baldini Paleni, 56 anni, trovata morta venerdì mattina in un'abitazione di Chignolo Po, in provincia di Pavia. 

Dopo il delitto, l’uomo, fratello dell’ex marito della vittima, era fuggito ed è stato rintracciato qualche ora dopo dai carabinieri a Pandino nel Cremonese. Portato in caserma, è stato interrogato: secondo quanto è stato ricostruito, la coppia avrebbe iniziato a litigare per dei dissidi in ambito familiare fino al tragico epilogo. Il medico legale ha rilevato i segni di strangolamento, probabilmente avvenuto a mani nude. Nei prossimi giorni sarà eseguita l'autopsia. 

In precedenza, non vi erano stati segnali di un rapporto burrascoso tanto che i carabinieri della stazione di Chignolo non erano mai intervenuti nella villetta in cui si è verificato il femminicidio. La Procura di Cremona, diretta da Silvio Bonfigli, con il pm Andrea Figoni chiederà oggi la convalida del fermo per omicidio aggravato dalla relazione personale. L'udienza davanti al gip è prevista per lunedì. 

La figlia: “Non ti meritavi questo”

“Addio angelo mio, ciao mamma, faremo di tutto per farti aver giustizia”, ha scritto Selene, la figlia di Sabrina Baldini Paleni. “Tu non meritavi questo - ha scritto la giovane sui social - io, mio fratello, tuo genero, la sua famiglia, che ormai consideravi la nostra, faremo di tutto per fargli aver quello che si merita”. “Noi ti proteggeremo, tu proteggici da lassù - ha concluso Selene -. Non verrai mai dimenticata. La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci e dei vigliacchi e tu non hai vinto, non hai spento quella luce”.

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L’allarme

È stata proprio la giovane, che non abita più insieme alla madre, a lanciare l’allarme ieri mattina. La 56enne condivideva infatti con il compagno una villetta in via Mariotto, la via principale che taglia in due la frazione affacciata sul fiume Lambro. Le due donne si erano sentite solo la sera precedente, e ieri aveva provato a chiamarla ma senza ricevere risposta né sul fisso di casa né sul cellulare. Aveva quindi chiamato sul telefonino anche il compagno della madre, suo zio, essendo figlia del fratello, ma anche da lui non ha ricevuto risposte. Ha così deciso di andare di persona in via Mariotto e, parcheggiata fuori dall’abitazione, ha subito notato l’automobile della madre, che quindi doveva essere in casa malgrado non rispondesse. La 25enne ha quasi immediatamente avvertito un forte odore di gas e ha quindi deciso di chiamare il 112.

La tragica scoperta

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri, che sono entrati nell’abitazione con le chiavi della figlia. Trovando la scena di un crimine: la donna era stesa a terra, nel corridoio. Sul collo evidenti segni di strangolamento. L'abitazione appariva in ordine senza segni di lotta o di una lite violenta, non c’erano segni di effrazione, anzi la porta era chiusa a chiave. Ma non c’era neppure il compagno e mancava  la sua Dacia di colore nero.

La ricerca del compagno

Una volta avuto la certezza, con il medico legale, che la donna era stata uccisa, sono iniziate le ricerche del convivente, Franco Pettineo. Dopo poche ore l’uomo è stato rintracciato a Pandino, in provincia di Cremona. Non è chiaro se stesse vagando senza meta o se fosse diretto in qualche luogo preciso. È stato accompagnato dai carabinieri in caserma, dove è poi arrivato il magistrato di turno della Procura di Cremona, competente per il territorio in cui è stato rintracciato, mentre per il delitto è competente la Procura di Pavia, con la pm Valeria Biscottini che ha effettuato il sopralluogo nell’abitazione per poi raggiungere la caserma a Pandino per l’interrogatorio del sospettato.

La coppia

La coppia viveva nell’abitazione dove si è consumato il delitto da circa una decina di anni. In base alle informazioni riferite dai vicini di casa, la donna lavorava in una casa di riposo a Senna Lodigiana mentre il compagno, che pare abbia cambiato più lavori negli ultimi anni, effettuava ritiri e consegne di biancheria per una lavanderia industriale con sede a Borghetto Lodigiano. Entrambi in paese non erano molto conosciuti, facendo vite molto riservate, sostanzialmente casa e lavoro.