
Limite di 30 all'ora in città
Pavia, 9 marzo 2025 – Campagna d’informazione e Consiglio comunale ad hoc: il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, di fronte alla proposta della Giunta di trasformare Pavia in Città 30, è pronto alla battaglia.
“Dopo nove mesi di nulla e di associazioni e comitati compiacenti ormai relegati al ruolo di claque – ironizza il capogruppo Nicola Niutta – la grande svolta della Giunta pavese per migliorare la mobilità non sono nuovi parcheggi, strade più sicure, trasporti pubblici più efficienti. No, la soluzione è far andare tutti più piano”. Altre città, come Bologna, hanno già adottato la scelta dei 30 chilometri orari.
“I dati dicono che è servito a poco o niente – aggiungono i consiglieri di Fratelli d’Italia – Gli incidenti non sono diminuiti, ma la vita per chi si muove in auto è diventata assai più complicata. Quindi perché copiarli? Per chetare l’estrema sinistra e strizzare l’occhio alle solite associazioni da sempre politicizzate. Tutti uniti da un unico mantra: vessare gli automobilisti”.
Per Fratelli d’Italia la decisione non risolve il problema del traffico ma anzi lo rallenta e peggiora, non migliora la sicurezza e rende più difficile muoversi in città. “È un modo per fare cassa con multe facili come già visto in altre città: guarda caso la previsione di introiti da sanzioni amministrative è quasi raddoppiata (10,5 milioni, ndr) nell’ultimo bilancio. Noi siamo senz’altro sensibili al tema della sicurezza stradale, ma altrettanto consapevoli che le persone devono potersi muovere e moltissimi utilizzano l’auto per necessità.
Crediamo siano necessarie modifiche viabilistiche realmente efficaci, anche con previsioni di limiti di velocità in corrispondenza di specifiche zone come le scuole e gli istituti sanitari. Però crediamo che l’attuale gestione della mobilità sia semplicemente un’applicazione ideologica di un’idea di città repulsiva e punitiva nei confronti di residenti, commercianti e avventori”.
Per discuterne nel modo più ampio possibile, il gruppo consiliare intende lanciare un volantinaggio, una campagna d’informazione e, dopo aver raccolto le firme necessarie, chiedere la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc dove dibattere una questione che riguarda tutta la città.