Stradella (Pavia), 28 luglio 2018 - Italiana, ventenne, operaia: per lei l’incubo erano le righe. O ne faceva almeno 130 ogni ora (cioè spostare più di due libri al minuto) o licenziamento. Una delle tante storie allucinanti di sfruttamento riportate nell’ordinanza di custodia cautelare che, con un blitz della Guardia di Finanza di Pavia, ha portato in carcere 12 persone, fra cui tre donne, con le pesanti imputazioni di sfruttamento di manodopera in stato di bisogno (reato introdotto nel 2011 e che prevede, nei casi più gravi, fino a 8 anni di reclusione), frode fiscale e associazione a delinquere. Sotto sequestro anche 15 milioni di euro equivalenti alla somma evasa o non versata fra Iva e altre tasse.
L’inchiesta denominata "Negotium" non è ancora conclusa. Epicentro dell’attività illecita il deposito della Ceva Logistics di Stradella (estranea ai fatti) dove da ieri è in corso uno sciopero e dove lavorano, a seconda dei periodi, dai 300 ai 400 addetti. In prevalenza stranieri, sudamericani e romeni soprattutto, ma anche tanti italiani.
Soci di cooperative, non dipendenti, perché al vertice del sistema c’era Consorzio Rete che, a sua volta, subappaltava ad altri Consorzi e, a loro volta, a cooperative. Una quarantina quelle coinvolte. "Al di là dei reati fiscali, emerge, purtroppo, calpestata la dignità delle persone", hanno commentato, nel corso della conferenza stampa, il procuratore della Repubblica di Pavia, Mario Venditti e il comandante provinciale Gdf, colonnello Cesare Marangoni.
Le indagini avevano preso il via circa un anno e mezzo fa dopo una clamorosa denuncia di un gruppo di lavoratori che avevano avuto parte del salario pagato in Leu, valuta romena. Alcune testimonianze: "Ero rappresentante legale senza saperlo" oppure "inutile protestare perché avrei perso la possibilità di mantenere le mie due figlie" od ancora "facevo anche 250 ore al mese senza riposo o ferie". Una ragazza, ormai ex operaia, piangeva tutta la notte per i dolori articolari dopo 12/14 ore di lavoro.