MANUELA MARZIANI
Cronaca

Coronavirus, a Pavia 250 donatori di plasma: la cura funziona

La sperimentazione del San Matteo fa scuola. L’ospedale fa scorte per ottobre in caso di un’altra ondata

Cesare Perotti, direttore del Servizio di Immunoematologia

Pavia, 29 aprile 2020 -  Il volto è quello noto di un divo, la malattia quella che sta mettendo in ginocchio il mondo, la cura quella trovata al San Matteo. Dopo aver sconfitto il coronavirus, Tom Hanks e la moglie Rita Wilson hanno deciso di aiutare gli altri. Lo hanno fatto donando il proprio plasma, che contiene gli anticorpi per sconfiggere il virus. Lontano da Hollywood, 250 persone a Pavia si sono dette disponibili a effettuare una donazione per la cura sperimentata da Cesare Perotti direttore del servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo.

"I pazienti convalescenti – ha detto il professore Perotti – hanno risposto entusiasticamente. Ma non tutti i donatori sono idonei. I primi pazienti che hanno contratto la malattia non hanno più anticorpi neutralizzanti che servono a sconfiggere il virus". Sono state 120 le sacche raccolte al San Matteo che tra Pavia e Mantova sono state infuse a 52 malati con risultati incoraggianti. "I pazienti arruolati per l’indagine – ha proseguito il direttore di immunoematologia del San Matteo – stanno bene. Ora chiuderemo la sperimentazione e speriamo di pubblicarne a brevissimo i risultati. Poi lavoreremo a un’altra sperimentazione, allargando il numero dei pazienti da arruolare". Al momento per ciascun donatore sono due i pazienti che si possono potenzialmente guarire e senza effetti collaterali. "In realtà – ha aggiunto Perotti – si può avere una leggera febbricola e una reazione simile all’orticaria, ma su una cinquantina di persone ci è capitato in un solo caso".

Il protocollo studiato al San Matteo, che al momento è l’unica cura contro il coronavirus a parte i farmaci antivirali, sta facendo il giro del mondo. In tre giorni negli Stati Uniti 116 centri universitari sono partiti con la plasmaterapia. "Ma il primo seme è il nostro" ha detto il professor Perotti. Il protocollo è stato predisposto dal servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo, in collaborazione con le strutture di Mantova e Lodi, e dall’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. E da pochissimo si è aggiunta anche Novara dove al momento sono 8 i guariti che hanno effettuato una donazione.

"Il plasma deve essere infuso prima che il paziente venga portato in rianimazione – ha sottolineato il professore Perotti –. Adesso stiamo stoccando delle sacche per un’eventuale seconda ondata di ottobre e lavoreremo finché ci saranno convalescenti. Sempre collaborando con altri ospedali".