Pavia, 3 aprile 2020 - «Abbiamo donato il plasma che contiene anticorpi, perché rientravamo tra le persone dimesse dall’ospedale che avevano un profilo altamente positivo". Daniela Gambarana e il marito Angelo Sferrazza, i due medici di Pieve Porto Morone tra i primi a contrarre il virus, sono stati anche i primi due a partecipare alla sperimentazione della plasmaterapia, una cura destinata ai pazienti contagiati da coronavirus che versano in gravi condizioni con “superplasma” dotato degli anticorpi.
Il protocollo predisposto dal servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo, diretto dal professor Cesare Perotti, prevede infatti che venga prelevato il plasma dal sangue delle persone guarite dal virus. Dopo la verifica, nel servizio di virologia e microbiologia, che il plasma iperimmune ha la capacità, attraverso i suoi anticorpi, di sconfiggere il Covid-19, viene effettuata l’infusione sui malati. I due coniugi pavesi hanno effettuato la donazione 15 giorni fa.
"E’ durata una ventina di minuti - ha sottolineato Angelo Sferrazza medico di base che ora è tornato in servizio e assiste i pazienti al telefono, mentre la moglie non è ancora al lavoro - ed è stata come una normale donazione di sangue. Ma è molto importante, sarebbe opportuno che quanti sono stati dimessi rispondessero alla chiamata del San Matteo ed effettuassero la donazione come abbiamo fatto noi, perché si possono salvare molte vite".
"I due coniugi – ha detto il dottor Cesare Perotti, direttore del servizio immunotrasfusionale del Policlinico di Pavia – hanno dimostrato grande disponibilità. A loro sono seguiti altri ex pazienti. Abbiamo raccolto sacche di sangue e potuto trattare 5 malati Covid a Pavia e 4 a Mantova, ospedale con cui condividiamo il protocollo e che ci ha chiesto un aiuto. L’appello che abbiamo lanciato sta dando i suoi frutti (anche gli ex pazienti provenienti da lodigiano e cremonese potrebbero diventare tutti donatori di plasma telefonando al numero 0382/503086). Finora abbiamo avuto più di 20 donazioni".
Sembra che l’esito della plasmaterapia sia stato positivo, anche se per il momento non sono stati forniti dati ufficiali. "Non vorrei sbilanciarmi perché stiamo facendo uno studio - ha aggiunto il direttore di malattie infettive del San Matteo, Raffaele Bruno -. Prima di affermare la validità di questa terapia, servono numeri significativi". Sulla plasmaterapia si era espressa favorevolmente la delegazione di medici cinesi, provenienti da Wuhan, che due settimane fa ha visitato il San Matteo e in Cina ha trattato oltre mille pazienti, con risultati eccellenti. "È una terapia che ha anche il grande vantaggio di non produrre effetti collaterali – ha detto Cesare Perotti -, e può essere affiancata senza problemi ad altre cure già in corso".