Pavia, 8 dicembre 2020 - Aspettano con trepidazione di accendere il gas i 3mila tra bar, pizzerie e agriturismi della provincia che, con il ritorno della Lombardia in zona gialla, potranno riaprire dopo oltre un mese di chiusura che ha provocato una perdita di fatturato stimata di almeno un miliardo a livello regionale. Ma, c’è un ma. Il divieto di spostamento dalla propria residenza per il periodo natalizio sta mettendo i bastoni tra le ruote a chi si trova nei centri più piccoli.
«Proprio ieri ci siamo sentiti con i colleghi vicini e abbiamo deciso di non aprire dopo il 21 e fino all’Epifania – spiega Andrea Morerio dell’agriturismo Boccapane di Pometo, frazione di Colli Verdi – Siamo sempre stati aperti a Natale e Santo Stefano, ma ho sentito i miei clienti abituali e preferiscono restare a casa in quei giorni. Da noi la gente fa le tavolate, non vengono per mangiare in quattro, tanto più che arrivano da Pavia, Piacenza e Milano. Abbiamo chiuso durante il primo lockdown, poi riaperto per l’estate quando, grazie al turismo di prossimità, non abbiamo mai lavorato così tanto, quindi abbiamo chiuso di nuovo e ora speriamo di accogliere le famiglie dopo il 6 gennaio".
Per scelta resterà chiuso anche l’agriturismo Cella di Montalto che ha però pensato ai regali di Natale più del pranzo. "Prepariamo cesti – annuncia Marcella Canegallo – con prodotti artigianali come cotechini, crema di nocciole, marmellate e sottaceti che confezioniamo con la filastrocca di Andrea Giangio “Le piccole cose“ e bigliettini originali".
Secondo Coldiretti "gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si sono fatti sentire sull’intera filiera agroalimentare, con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato". Ma Guerrino Bianchi dell’Antica trattoria Ferrari di Borgo Ticino a Pavia aspetta soltanto l’ok definitivo per aprire: "Non vedo l’ora. Sono pronto e a Natale sarò regolarmente aperto". Patrizio Cairoli, figlio d’arte che a soli 22 anni ha rilevato un’attività appena è scoppiato il Covid, invece, punta molto sull’asporto. "Molti clienti stanno venendo più volte in una settimana – sottolinea Cairoli dell’Osteria La Delizia di viale Partigiani – Ordinano soprattutto fritto. Continueremo a consegnarlo a casa e intanto pensiamo al pranzo di Natale, in totale sicurezza con al massimo 24 persone".