
Andrea Sempio, 37 anni, è indagato (di nuovo) nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, riaperte dopo 18 anni
Non solo, quindi, la comparazione con il materiale biologico trovato sulle e sotto le unghie di Chiara, già oggetto di archiviazione nel 2017, ma anche con altri tamponi effettuati sulla vittima e vari oggetti trovati in casa o recuperati nell’immondizia, come una confezione di tè freddo, un vasetto di yogurt e una scatola di cereali. Sulle analisi Sempio non si scompone: "Frequentavo la casa – ha detto nell’intervista a Quarto Grado andata in onda venerdì sera su Rete4 – quindi se dovessero trovare delle mie tracce, Dna, impronte... frequentavo la casa, cioè ero lì nei giorni precedenti, andavo lì con Marco. Quindi se ci fossero mie tracce non sarei stupito".
Negando alcuna relazione o contatto personale con Chiara, Sempio ha ribadito in tv: "Io non c’entro assolutamente nulla in questa vicenda, non ho nessun peso sulla coscienza, non ho nulla da tenere nascosto, non ho segreti. Sono contento che le autorità vadano a indagare, a scavare il più possibile. Non c’è nulla, guardino tutto, va benissimo. Facciano tutto quello che devono fare, così da chiarire una volta per tutte la mia posizione".
Però i suoi legali hanno appunto depositato opposizione alla richiesta della Procura di incidente probatorio. Ma gli accertamenti irripetibili non sono una tutela in più per l’indagato, così può nominare dei periti che prendano parte alle analisi senza aspettare di fare una ‘contro-perizia’ all’esito di una consulenza della Procura? "No – risponde ancora l’avvocato Massimo Lovati – in questa fase non è affatto una tutela, tutt’altro. Ricordiamo che siamo nella fase delle indagini preliminari. Gli accertamenti che vuole fare la Procura, secondo noi, sono tutti ripetibili: se si trovano reperti organici, sono sempre lì. Anche l’estrazione di eventuale materiale organico dalle strisce paradesive delle impronte, sempre ammesso che venisse trovato, si può sempre analizzare successivamente nel caso in cui si arrivasse a un rinvio a giudizio. Non dimentichiamo che a conclusione delle indagini preliminari il pm ha una doppia via: chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione. E per un rinvio a giudizio ci vogliono elementi, almeno indizi. Mentre adesso non c’è niente".
Non è quindi un’opposizione a fare accertamenti, ma sulle modalità delle analisi richieste in questa fase dell’inchiesta: “Obiettiamo che sono accertamenti ripetibili – ribadisce il legale di Sempio – senza cristallizzare prove: non esageriamo. E la richiesta della Procura è troppo generica, non precisa, non si capisce". Ora il Gip ha 10 giorni, dalla scadenza di oggi per la presentazione delle controdeduzioni delle parti. "Aspettiamo – conclude – la decisione del Gip: se accoglie la richiesta deve fissare udienza entro il 3 aprile. Vediamo, ma in fretta".