
Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi
Garlasco (Pavia) – Due udienze in un solo giorno, a 17 anni e quasi 8 mesi dal femminicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007. Ma una senza il coinvolgimento della famiglia della vittima. Domani, mercoledì 9 aprile, è infatti il giorno dell’udienza davanti al Gip di Pavia per il conferimento dell’incarico e la formulazione del quesito al perito Emiliano Giardina, per le nuove analisi genetiche nell’incidente probatorio chiesto dalla Procura per il procedimento nei confronti dell’indagato Andrea Sempio, difeso dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, con il coinvolgimento, e la possibilità di nomina di periti di parte, dei “prossimi congiunti della persona offesa deceduta in conseguenza del reato”, assistiti dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni per la madre e il padre insieme al collega Francesco Compagna per il fratello, e di Alberto Stasi, difeso dai legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, già condannato in via definitiva a 16 anni per il medesimo delitto, ma ritenuto dal Gip “persona interessata all’assunzione della prova”.
Il perito dovrà stabilire se è ancora possibile utilizzare il materiale genetico che era stato prelevato sotto le unghie di Chiara Poggi, grazie alle moderne tecnologie. E qualora la risposta fosse affermativa, compararlo con il Dna di Sempio e con quello di altri soggetti, a partire dai familiari maschi della stessa vittima. Comparazione che andrà fatta però anche con gli altri reperti ’superstiti’ e con i ’para-adesivi’ delle impronte isolate sulla scena del crimine.
Ma mercoledì è pure il giorno dell’altra udienza, al Tribunale di sorveglianza di Milano, per la richiesta di semilibertà dello stesso detenuto Alberto Stasi, che già sta usufruendo del beneficio del lavoro esterno. Ma per quest’ultima udienza la procedura non prevede il coinvolgimento della parte offesa. “Non siamo coinvolti in nessun modo - conferma l’avvocato Tizzoni - le vittime non hanno alcun titolo per partecipare”. “Effettivamente è abbastanza sorprendente - commenta a livello generale l’avvocato, che nello specifico non obietta nulla sulla correttezza delle procedure - come allo Stato non interessi minimamente tenere informate le vittime o i loro familiari. Non si tratterebbe di una primitiva legge del taglione, ma solo di rispetto per chi ha subìto le conseguenze di gravi reati”. Tizzoni aveva già lamentato di aver appreso dalla stampa dell’apertura di un nuovo procedimento, notificato agli avvocati dell’indagato Sempio ma non ai legali dei parenti della vittima, che solo successivamente hanno ricevuto dalla Procura il cosiddetto “atto abilitativo” per potersi costituire parte offesa nel nuovo procedimento, in concomitanza con la richiesta della Procura al Gip dell’incidente probatorio, che prevedendo anche accertamenti irripetibili è stato notificato alle parti interessate.
Nel frattempo, i legali di Andrea Sempio hanno depositato alla Procura un’istanza per ricevere informazioni sulle iscrizioni nel registro degli indagati. Vogliono infatti fare chiarezza sulla data dell’iscrizione del fascicolo a carico del loro assistito, la cui posizione era già stata archiviata nel 2017 e poi nel 2020, con le indagini riaperte dopo due bocciature del Gip e il via libera ottenuto con il successivo passaggio in Cassazione. In base a indiscrezioni, in parte già smentite, negli atti sarebbe citata una ‘riunificazione’ di fascicoli, ma il riferimento sarebbe al precedente procedimento contro ignoti.