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Delitto di Garlasco, incidente probatorio nelle indagini su Andrea Sempio. La Procura di Pavia ricusa il genetista Giardina

L'accertamento comprende, oltre alla comparazione tra il Dna dell’uomo e i risultati del materiale trovato su unghie e dita di Chiara Poggi, anche analisi genetiche su reperti. La difesa di Stasi vuole escludere Garofano

Delitto di Garlasco, incidente probatorio nelle indagini su Andrea Sempio. La Procura di Pavia ricusa il genetista Giardina

Pavia, 9 aprile 2025 – Doppia udienza per il delitto di Garlasco. Se a Milano si valuta la semilibertà di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007, a Pavia ha preso il via un nuovo incidente probatorio per stabilire se una traccia genetica trovata sulle unghie della vittima possa essere compatibile con il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e già indagato in passato, poi archiviato.

Andrea Sempio e Chiara Poggi. A destra, le scale dove sono state trovate le tracce di sangue della vittima
Andrea Sempio e Chiara Poggi. A destra, le scale dove sono state trovate le tracce di sangue della vittima

La Procura ricusa il genetista Giardina

Oggi, in tribunale, la Procura di Pavia si è scagliata contro la mediaticità sollevata dalla possibile riapertura del caso di Garlasco e ha 'ricusato' il genetista Emiliano Giardina – nominato dalla gip Daniela Garlaschelli –  'colpevole', tempo fa, di aver rilasciato un'intervista tecnica al programma ‘Le Iene’. Un intervento sull'omicidio di Chiara Poggi, per cui è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi, che lo renderebbe incompatibile a eseguire la perizia genetica su Andrea Sempio.

La difesa di Stasi contro Garofano

Un ‘no’ alla presenza di Giardina a cui si è associata l'avvocata Giada Bocellari, che rappresenta Alberto Stasi (può avere solo un legale in questa fase), la quale ha chiesto anche di escludere dagli accertamenti Luciano Garofano, indicato come consulente della difesa Sempio, in quanto come ex comandante del Ris di Parma si sarebbe già occupato delle analisi nella villetta di via Pascoli. “Saremo sereni con o senza la presenza, peraltro. Abbiamo ritenuto che ci fosse una sorta di incompatibilità”, ha detto l’altro legale, l'avvocato Antonio De Rensis. Evidentemente legata all'ex ruolo di Garofalo al tempo capitano del Ris e quindi “potenzialmente testimone”. “Non capiamo perché questa richiesta - ha replicato l'avvocato Taccia, uno dei due legali di Sempio - dato che Luciano Garofalo era comandante del Ris ma non è mai nemmeno entrato nella villa di Garlasco”.

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La gip si riserva

La gip di Pavia Daniela Garlaschelli si è riservata sulla duplice decisione che verrà comunicata alle parti insieme alla fissazione di una nuova udienza per elaborare il quesito, ossia il perimetro dell'incidente probatorio.

I legali di Sempio

Andrea Sempio non era presente oggi all’udienza, come aveva anticipato all’Ansa il suo avvocato, Massimo Lovati. Ma l’altra legale, Angela Taccia, ha parlato dello stato d0animco del suo assistito: “È una tortura, ma tengo botta”.

Il 37enne era stato già iscritto nel registro degli indagati nel 2016, ma il procedimento fu archiviato dalla stessa Procura di Pavia, che spiegò come il giovane usasse il computer di Chiara, e che quindi il trasferimento di microtracce potesse essere indiretto. Inoltre, tutte le sentenze hanno sottolineato che Chiara non si è difesa, elemento che contrasta con la presenza di Dna sotto le unghie.

I legali dei Poggi

Non abbiamo paura degli accertamenti, ma la verità è già emersa in modo certo: Alberto Stasi è il colpevole dell'omicidio di Chiara Poggi. Questi nuovi riscontri, a cui non ci siamo mai opposti, non possono che ribadire quanto già stabilito dalla perizia De Stefano e che quindi il materiale sulle unghie della vittima non è utilizzabile”, ha detto all'Adnkronos Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, al termine dell'udienza. “Le tecnologie possono cambiare, ma non i risultati. Magari ci vorrà tempo ma siamo sicuri che Stasi resta il colpevole dell'omicidio”, ha concluso l’avvocato.

“Noi riteniamo che Emiliano Giardina abbiatutti i titoli e sia nella condizione di svolgere la sua perizia però questa è una valutazione che deve essere fatta dal giudice, è giusto che possa motivare il suo provvedimento sul punto”, ha affermato Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, fratello della vittima. 

L’incidente probatorio

La Procura aveva chiesto e ottenuto un incidente probatorio per verificare la compatibilità tra la traccia di Dna trovata sulle unghie di Chiara e il profilo genetico di Andrea Sempio, all’epoca dei fatti amico intimo del fratello della vittima. Per il test la gip Daniela Garlaschelli aveva indicato il genetista Emiliano Giardina.  Con un duplice compito: valutare se la traccia è utilizzabile e, in caso affermativo, confrontarla con il Dna di Sempio, prelevato il 13 marzo scorso, e con quello di altri soggetti, a partire dai familiari maschi della stessa vittima. Comparazione che andrà fatta però anche con gli altri reperti ’superstiti’ e con i ‘para-adesivi’ delle impronte isolate sulla scena del crimine.

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La traccia più discussa

Questa traccia genetica è una delle più discusse dell’intera inchiesta. Già nel processo di appello bis contro Stasi, una perizia affidata al professor Francesco De Stefano aveva portato a una conclusione condivisa da tutti i consulenti: il profilo genetico non è utilizzabile per un confronto. Una tesi oggi ancora sostenuta dai consulenti della famiglia Poggi – tra cui il genetista Marzio Capra – e dallo stesso ex comandante del Ris Luciano Garofano, oggi consulente di Sempio. Ma il genetista Ugo Ricci, consulente di parte per Stasi, e Carlo Previderé, nella sua recente relazione alla Procura, sostengono invece la possibilità di una compatibilità con il profilo di Andrea Sempio.

La traccia prelevata a Sempio lo scorso 13 marzo potrebbe anche dare un match, ma il risultato non può scagionare il condannato contro cui - sottolinea la Cassazione - c'è un mosaico di prove. Il cromosoma Y (sui frammenti delle unghie della vittima) non è identificativo ma indica una linea  paterna e soprattutto non è databile: la stessa Procura di Pavia nell'archiviare Sempio spiegava che il giovane usava il computer della vittima e che dunque toccando quella tastiera ci potrebbe essere stato il trasferimento di una traccia minima. Elemento che poco si sposa anche con la dinamica dell'omicidio: Chiara Poggi, chiarisce ogni sentenza, è stata sorpresa dall'assassino e non ha provato a difendersi.

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