
Andrea Sempio e Chiara Poggi
Garlasco (Pavia), 14 marzo 2025 – I reperti che erano presenti all'ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia e che riguardavano il caso di Garlasco, come ad esempio il pigiama che Chiara Poggi indossava quando è stata uccisa, sono stati smaltiti nel 2022 e sono, dunque, andati distrutti, come avviene spesso in questi casi con sentenze definitive e dopo tanti anni, anche per questioni logistiche, di spazi. Lo si è appreso in relazione alla ricerche che gli investigatori stanno portando avanti in questi giorni per raccogliere, in altre sedi sia giudiziarie che investigative, più materiale possibile nelle nuove indagini a carico di Andrea Sempio.
La nuova tappa
Il test del Dna a cui si è sottoposto ieri Andrea Sempio, indagato in concorso con ignoti o con Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi, è soltanto uno dei numerosi accertamenti della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Una indagine, che la procura di Pavia ha delegato ai Carabinieri del nucleo investigativo di Milano, impegnati in un complesso lavoro su reperti e degli atti esistenti.
Diciotto anni, cinque processi e una condanna
Migliaia e migliaia di pagine prodotte in 18 anni (tanti ne sono passati da quel tragico 13 agosto del 2007) dalle procure coinvolte nei cinque processi e che hanno portato all'attuale verità giudiziale, con la condanna in via definitiva di Stasi a 16 anni di carcere.
Un lavoro complesso
Un lavoro lungo e complesso che passerà dalla nuova analisi delle molteplici tracce repertate sulla scena del crimine e da nuovi accertamenti su tanti oggetti. Gli uomini del Nucleo investigativo stanno rintracciando atti e reperti sparsi tra procure, studi peritali, caserme e in diversi procedimenti penali relativi per di più ai diversi gradi di giudizio. È anche probabile che tutte le persone già sentite in passato verranno riconvocate.
Le analisi con le nuove tecniche disponibili
Per quanto riguarda altre eventuali tracce biologiche da analizzare e comparare, oltre alla comparazione tra il Dna di Sempio e quello trovato sotto le unghie e sulle dita di Chiara Poggi, bisognerà capire se con le tecniche attuali si potranno rileggere e rianalizzare dati che all'epoca non avevano fornito elementi significativi. Sono state trovate, ad esempio, finora le fascette dei rilievi dattiloscopici.
La tastiera del pc
Nel 2022, poi, Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015, aveva chiesto il dissequestro di ciò che gli era stato preso nel procedimento e poi la Corte d'Appello di Milano, sempre nel 2022, aveva restituito a Stasi e alla famiglia Poggi ciò che era stato prelevato per le indagini e i processi, come il pc degli stessi Poggi. La tastiera del pc, da quanto si sa, non venne mai presa e repertata. Poche, dunque, le speranze di ritrovarla da qualche parte.