MANUELA MARZIANI
Cronaca

Discarica abusiva alla Cascina Montalbano: tra i rifiuti bollette e dati personali, individuato il responsabile

La polizia locale è risalita a un 40enne che aveva scaricato di notte con un furgone dei traslochi. Rischia una multa fino a diecimila euro di multa

Mobili, sacchi e altri rifiuti sono stati scaricati in località Cascina Montalbano

Mobili, sacchi e altri rifiuti sono stati scaricati in località Cascina Montalbano

Vellezzo Bellini (Pavia) – A tradirlo sono state bollette e documentazione bancaria con i dati del proprietario di una cascina di Carbonara al Ticino dove era avvenuto lo sgombero di alcuni locali.

Attraverso quelle carte la polizia locale ha identificato e segnalato all’autorità giudiziaria una persona accusata di smaltimento illecito di rifiuti. La scoperta della discarica abusiva è avvenuta durante un servizio di controllo. Teatro dell’intervento la località Cascina Montalbano, dove un ingente quantitativo di rifiuti è stato abbandonato lungo la strada e in un canale che alimenta le risaie. Il materiale è stato scaricato nelle ore notturne.

Approfittando dell’oscurità, un quarantenne di origine ucraina, residente a San Genesio, è arrivato con un furgone dei traslochi e ha scaricato tutto il contenuto illecitamente abbandonato. Gli agenti della polizia locale, una volta individuati i due cumuli, sono riusciti a risalire al responsabile attraverso le ‘firme’ che aveva scaricato insieme ai rifiuti.

Non è il primo episodio di smaltimento illecito in quella zona, che collega Vellezzo Bellini a Certosa di Pavia. Tra i mobili e gli altri rifiuti abbandonati, gli agenti hanno trovato bollette e documentazione bancaria contenenti dati personali, che hanno portato all’individuazione di un proprietario di una cascina di Carbonara. Si è scoperto così che il materiale scaricato era parte di un carico proveniente da uno sgombero. L’uomo che è stato identificato dovrà rispondere di violazione del Testo unico ambiente per illecito smaltimento di rifiuti, con l’aggravante di aver contaminato le acque superficiali. La legge prevede sanzioni penali severe, che possono arrivare a una multa fino a 10mila euro.