"Se l’amministratore ha a cuore il bene dell’ente che rappresenta, deve fare un passo indietro". Luigi Cella che per 10 anni, dal 2009 al 2019 è stato sindaco di Lardirago, uno dei comuni sfiorati dall’indagine Clean, e oggi un normale cittadino prova a puntualizzare quanto sta accadendo nei municipi. "Sono un garantista – dice – non intendo colpevolizzare chi viene coinvolto a vario titolo nelle inchieste, la magistratura lo accerterà, ma ritengo opportuno che queste persone si facciano da parte in attesa di chiarire la loro posizione". Nei due filoni dell’inchiesta Clean risultano indagati il sindaco di San Genesio Enrico Tessera e anche l’ex primo cittadino Cristiano Migliavacca che oggi indossa la fascia tricolore a Lardirago e deve rispondere rispondere di abuso edilizio per fatti avvenuti quando era a San Genesio. Inoltre in Consiglio comunale a Lardirago siede Carlo Boiocchi, imprenditore di San Genesio oggi agli arresti domiciliari nell’ambito di Clean II. "Finché rimarranno le misure restrittive – prosegue Cella – Boiocchi non potrà essere presente alle sedute del Consiglio e l’aspetto forse ancora più grave è che la cittadinanza non viene adeguatamente informata. A Lardirago si dovrebbe spiegare che cosa sta succedendo". Al momento in paese si stanno portando avanti degli appalti che prevedono ingenti finanziamenti arrivati grazie al Pnrr sui quali si potrebbero accendere i riflettori della magistratura e i residenti sono preoccupati tanto più che negli ultimi 20 anni, il piccolo centro ha avuto tre commissari: un record per un paese di 1.200 abitanti. "Sono stato io l’ultimo a concludere la legislatura – aggiunge Luigi Cella, 56 anni – e con me c’è chi è stato giustizialista". Omessa vigilanza su un abuso edilizio commesso da una cooperativa su una struttura non di proprietà comunale, è l’accusa mossa nei confronti dell’ex sindaco Cella dalla quale è stato assolto.
Intanto a San Genesio, il gruppo di minoranza San Genesio Futura dalle 9 di oggi sarà ancora una volta in piazza per parlare con i cittadini dello tzunami che si sta abbattendo sulla provincia e valutare insieme se sia opportuna la costituzione di parte civile nel processo Clean I che si aprirà a breve. I consiglieri avevano portato una mozione in Consiglio comunale, ma ha ottenuto il voto contrario della maggioranza. "Chiediamo le dimissioni del sindaco e dei consiglieri – sostiene la capogruppo di SGF Marzia Testa – non è più tollerabile che San Genesio sia vittima di giochi di potere e presunto malaffare. Vogliamo venga ripristinata la legalità". Anche Azione con il segretario provinciale Tommaso Bernini è preoccupato: "La fiducia dei cittadini nelle istituzioni, fondamentale per il funzionamento di una società democratica, viene erosa quando coloro che dovrebbero garantire la legalità si rendono complici di violazioni della legge".
Manuela Marziani