MANUELA MARZIANI
Cronaca

Allarme sociale: droga e alcol ma anche autolesionismo e disturbi alimentari. Ragazzi in comunità a 14 anni

Pavia, l’appello dell’educatore Feder. "Si abbassa l’età, aumenta la compromissione. Serve prevenzione"

Alcolismo, droga e disagio psicologico: sempre più bassa l'età dei giovani che finiscono in comunità

Alcolismo, droga e disagio psicologico: sempre più bassa l'età dei giovani che finiscono in comunità

Pavia, 27 giugno 2024 – “È obsoleto parlare di dipendenze, oggi si deve parlare di disagio perché ci sono gesti di autolesionismo, attacchi d’ansia e di panico, disturbi alimentari. Sono tutte conseguenze del disagio". Simone Feder, educatore e psicologo, coordinatore dell’area Giovani e dipendenze della comunità Casa del giovane di Pavia, dove è responsabile delle strutture terapeutiche in occasione della Giornata mondiale contro le droghe invita a spostare l’attenzione.

"L’età media dei ragazzi che arriva a bussare alla nostra porta è sempre più bassa – aggiunge Feder –, abbiamo giovanissimi che arrivano in comunità già a 14 anni, mentre si alza vertiginosamente il loro livello di compromissione fisica, giuridica, sociale e sanitaria. Tutto questo sotto gli occhi di un sistema che, cieco davanti alla situazione e sordo ai suoi continui richiami, si limita ad accorgersi di loro solo quando il dramma appare sulle colonne della cronaca nera o di qualche reportage scandalistico".

Dal 2020 al 2022 i pazienti seguiti dal servizio dipendenze di Pavia sono aumentati passando dalle 3.200 persone seguite (anche nelle carceri), alle 3.442 del 2022, dei quali 1.496 soltanto su Pavia. Il 30% ha un problema con l’alcol (per il 6,82% la dipendenza è primaria), che è trasversale a tutti i pazienti del Serd che hanno dai 14 agli 83 anni. Il 75% è adulto (dai 30 ai 59 anni o dai 30 ai 49 se si tratta di detenuti), ma c’è un 3,8% di adolescenti e un 15,5% di ragazzi fino ai 29 anni. Giovani che spesso non utilizzano una sola sostanza, ma un mix e cambiano a seconda delle necessità.

"Il problema oggi non è vietare, interdire, bloccare, condannare l’uso, l’abuso o il traffico di sostanze – prosegue Simone Feder –. La logica della rincorsa alla soluzione non è mai quella vincente, specialmente se si tratta di presa in carico della fragilità umana e delle pericolose conseguenze ad essa legate. Oggi i giovani, e le loro famiglie, hanno bisogno di scelte politiche e sociali diverse, che decidano di investire e scommettere sul loro potenziale, non di limitarsi a raccogliere i cocci e provare ad incollare situazioni ormai logore e fortemente compromesse. Essere presenti con le risposte giuste prima che nascano le domande, questa è la sfida che oggi come operatori sociali, ma prima di tutto come uomini e donne, dobbiamo scegliere di intraprendere. Altrimenti arriveremo sempre troppo tardi".