È arrivata nelle prime ore della mattina la svolta dell’inchiesta sulla morte di Mohamed Ibrahim Mansour, il quarantatreenne egiziano ucciso a colpi di arma da fuoco e poi dato alle fiamme all’interno della sua Audi A3 nelle campagne tra Gambolò e Vigevano lo scorso 14 gennaio.
I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Pavia hanno infatti eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal Gip di Pavia carico dei fratelli Massimo e Claudio Rondinelli e del compagno della sorella, Luigi D’Alessandro. Dalla donna l’egiziano, diversi anni fa, aveva avuto una figlia.
Ci sarebbero dunque dinamiche familiari alla base dell’efferato omicidio, come risulta della imponente attività di intercettazione telefonica e analisi del traffico telefonico e telematico dei soggetti.
Secondo le risultanze investigative i tre avrebbero l’11 gennaio avrebbero teso un vero e proprio agguato a Mohamed Ibrahim Mansour in un capannone industriale, un tempo utilizzato per l’attività agricola, a Cassolnovo, a pochi chilometri da Cilavegna, dove vivono.
Lì l’uomo è stato colpito da almeno tre colpi di fucile calibro 12 e da uno di pistola calibro 9. Il suo corpo è stato poi trasportato nelle campagne e dato alle fiamme all’interno della sua auto mentre la scena del crimine è stata accuratamente ripulita.
Le indagini non sono ancora concluse: i carabinieri stanno infatti lavorando per acquisire ulteriori elementi e per definire la responsabilità di eventuali altri soggetti nell’accaduto.