Bressana Bottarone (Pavia) – Un uomo schivo, tutt’altro che benvoluto. Ma incensurato, senza alcun precedente. Benestante, con un patrimonio immobiliare sia di esercizi commerciali che di appartamenti, che gestiva con intransigenza e spesso entrando in contrasto con gli affittuari. E poi la passione per gli oggetti vecchi, che raccoglieva quasi come un accumulatore ma per rivenderli nei mercatini dell’usato, forse creandosi nemici anche in questi ambienti. Una figura controversa emerge dalle indagini per omicidio dopo il ritrovamento del corpo carbonizzato nella villetta incendiata in via Gramsci a Bressana Bottarone, dove Enore Saccò, 75enne con un passato da tipografo, abitava da solo, vedovo da qualche anno e con due figlie che vivono altrove. Per avere la certezza che sia suo il corpo trovato sotto le macerie del garage andato a fuoco si devono attendere gli esiti, dai tempi non immediati, delle comparazioni del Dna, disposte anche sulle abbondanti tracce di sangue trovate sul suo furgone, rinvenuto abbandonato a quasi un chilometro dall’abitazione, in riva al torrente Coppa in località Argine.
Ma oltre agli accertamenti scientifici, con l’autopsia che deve ancora essere fissata e che sarà eseguita nei prossimi giorni all’istituto di Medicina legale di Pavia, le indagini dei carabinieri, del Reparto operativo del Comando provinciale di Pavia oltre che della Compagnia di Stradella, stanno procedendo, nel consueto massimo riserbo tenuto dalla Procura di Pavia, scandagliando la vita e i contatti del 75enne, in cerca anche di un possibile movente. Il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Giuliana Rizza è infatti per l’ipotesi di reato di omicidio, al momento contro ignoti.
Tra le poche certezze di questo giallo con ancora tanti interrogativi senza risposte, c’è la causa dolosa dell’incendio, con più focolai d’innesco che escludono un rogo accidentale. Ma non è ancora chiaro se la vittima sia morta tra le fiamme o se fosse invece già stata uccisa quando è stato appiccato il fuoco nell’abitazione, all’alba di mercoledì. Di certo i vigili del fuoco, quando sono intervenuti per spegnere l’incendio, non avevano elementi per ritenere che in casa ci fosse qualcuno, con il corpo carbonizzato trovato solo nel sopralluogo del giorno successivo, dopo la denuncia di scomparsa di una delle due figlie e dopo il ritrovamento del furgone, abbandonato forse proprio per depistare e coprire così le tracce del delitto.
Un omicidio che potrebbe essere maturato per contrasti, magari di natura economica, tra le attività che impegnavano il 75enne, che viveva con gli affitti di alcuni appartamenti oltre che di due bar e una pizzeria, ma che passava la maggior parte del suo tempo tra le anticaglie accumulate nel garage e che con il suo furgone girava per venderle nei mercatini dell’usato. E proprio in una di queste sue attività, anche per il suo carattere definito da tutti scontroso, potrebbe essere entrato in contrasto con qualcuno che si è spinto oltre, facendo sfociare gli attriti in un omicidio. Diverse piste sarebbero al vaglio degli investigatori dell’Arma, che in attesa delle risposte dagli accertamenti scientifici stanno scavando nella vita e nelle attività di Enore Saccò per trovare le tracce che portino al responsabile, o più probabilmente ai responsabili. L’uccisione, l’incendio e gli spostamenti del furgone difficilmente sembrano infatti opera di una sola persona, anche se al momento si tratta solo di ipotesi non confermate.