MANUELA MARZIANI
Cronaca

Vernice, pennello e tanta gratitudine: "Tolgo le scritte dalla città che amo"

Pavia, ex cestista della Vigorelli da 2 mesi fa il pendolare da Genova per eliminare il degrado dal centro

Eugenio Costa durante uno dei sessanta interventi già conclusi a Pavia

Pavia -  «Non ce n’è, non ce n’è, Eugenio è il nostro re!". Il palazzetto dello sport cantava questo coro quando Eugenio Costa entrava in campo con la maglia numero 9 della Vigorelli. Era il 1985 e la squadra di basket puntava alla A2. Molti anni dopo, i tifosi non hanno dimenticato il loro beniamino e lui non ha dimenticato Pavia tanto da volerla rendere più bella. Da oltre due mesi, cinque giorni alla settimana, l’ex pivot oggi artista e fotografo parte da Genova “armato“ di secchi e vernici chiusi in uno zaino come quello dei rider per cancellare i graffiti che ricoprivano i muri del centro.

«Quello delle scritte sui muri – dice Eugenio Costa – è un problema tutto italiano. I centri storici si trovano in condizioni peggiori rispetto alle periferie. Ed è un peccato. Pavia è un gioiello, ha un centro favoloso, che non ha nulla da invidiare alle più note città d’arte, merita di essere ripulito". Oltre 60 gli interventi effettuati finora su palazzi interi. "Secondo me sarebbero 150 i lavori da fare – aggiunge l’ex cestista – penso di riuscire a farne ancora una sessantina. L’importante è che ogni intervento sia curato. Non prendo il rullo e copro con una vernice qualsiasi la scritta. Cerco il colore giusto perché non si deve vedere la differenza. È questo che rende il mio intervento magico. E non importa se qualche muro mi è capitato di dipingerlo anche tre volte, finché non ho raggiunto il risultato che volevo". Un colorificio pavese gli sta dando una mano con i prodotti, accetta pure dei contributi da parte dei cittadini, ma tutto il resto, oltre alla manodopera lo mette a disposizione Eugenio che in cambio non vuole nulla.

«Ho esigenze modeste – ammette –.Mi costa meno dipingere che avere un passatempo. Quindi lo faccio per me e per i pavesi, poi fotografo il risultato e lo pubblico su Facebook. La ricompensa più bella è sapere che a qualcuno non era mai capitato nella vita di vedere quel muro così pulito". Prima di cominciare, Costa ha diviso la città in 4 parti e controllato le condizioni nelle quali si trovavano soprattuto gli edifici pubblici, poi si è rimboccato le maniche preparandosi una serie di basi per le scritte più piccole. "Sto lavorando da due mesi e penso di lavorarne altri 4 – prosegue l’ex cestista –. Da quello che ho verificato, dopo le scritte comparse tra il 2009 e il 2011, il fenomeno si è fermato. Ma c’erano palazzi splendidi nascosti sotto le scritte. Come in vicolo Ariberto: se quell’edificio potesse parlare sarebbe felice del suo nuovo volto".

A vedere l’effetto che fa il passaggio di Eugenio Costa molti in città stanno pensando di proporlo per la benemerenza di San Siro, ma l’ex pivot non ha quell’ambizione: "Non dico che non mi farebbe piacere, ma non lo faccio per quello. A me basta un grazie da parte della città e, se qualcuno esportasse un “modello Pavia“ si potrebbe dare un nuovo aspetto a un altro centro storico".