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Cristina Di Tomaso col papà Pasquale
Pavia – Pasquale Di Tomaso si è speso molto per trovare un lavoro ai pavesi in difficoltà e ha fondato il Sindacato di base, per difendere le persone che non avevano diritti, ma ora, proprio a causa di quel notevole impegno, a essere senza lavoro è la figlia Cristina. “Il problema è il mio cognome – ammette la donna, 56 anni, dal 2018 disoccupata –. In un’importante azienda della città, mi avevano detto chiaramente che di Di Tomaso ne bastava uno, per me non c’era posto”. Operaio dell’ex Necchi, Pasquale alla chiusura della fabbrica si era battuto per avviare, tramite una cooperativa, gli ex colleghi troppo vecchi per trovare lavoro e troppo giovani per andare in pensione, proprio come sua figlia.
"Ho lavorato nelle mense e effettuato le pulizie – aggiunge Cristina – poi hanno fatto di tutto per farmi dimettere e ora, pur avendo consegnato il curriculum a tutte le agenzie della città, nessuna mi ha mai chiamato. Sono costretta a fare lavoretti saltuari. Tutti gli amici di papà (Pasquale è scomparso lo scorso anno) conoscono la mia situazione, però sembra che in giro non ci siano possibilità per me”.
La conseguenza per la donna, divorziata e due figli fuori di casa, è uno sfratto. "Vivo in un alloggio Aler e non sono riuscita a pagare diversi affitti – racconta –: per me 535 euro al mese, 235 di canone e 300 di spese condominiali, erano insostenibili. Dovrò lasciare l’appartamento e trasferirmi nella casa di mio padre, un palazzo dove i condomini hanno programmato lavori che non posso pagare perché non ho i soldi”. Invalida all’80% Cristina lancia un appello: “Ho limitazioni, ma sono disposta ad accettare qualunque lavoro”.