NICOLETTA PISANU
Cronaca

Canneto Pavese, presunta frode sui vini: i prosciolti sono cinque

Chiusa l’udienza preliminare in tribunale a Pavia: dei ventitré indagati, ci sono anche quattro persone che hanno visto accolta la domanda di messa in prova. Tutti gli altri sono stati rinviati a giudizio. La cantina è sia imputata, sia parte civile

I fatti contestati risalgono agli anni 2018 e 2019: al centro degli accertamenti le tipologie di uve utilizzate per i vini

I fatti contestati risalgono agli anni 2018 e 2019: al centro degli accertamenti le tipologie di uve utilizzate per i vini

Pavia, 14 marzo 2025 – Si è conclusa ieri l’udienza preliminare per la presunta frode del vino alla cantina di Canneto Pavese. Dei ventitré indagati in totale, cinque sono stati prosciolti e quattro hanno visto l’accoglimento della domanda di messa alla prova dal gup Pietro Balduzzi, mentre tutti gli altri sono stati rinviati a giudizio. Il dibattimento inizierà il 10 luglio.

Secondo le accuse, tra il 2018 e il 2019 sarebbero state immesse in cantina uve differenti da quelle dichiarate nei documenti, producendo vini poi venduti come Doc, Igt e bio senza però, secondo le accuse, che fossero davvero di quelle tipologie.

L’indagine

L’inchiesta era partita in seguito a una verifica da parte dell’Ispettorato centrale tutela qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari durante la vendemmia del 2018. A vario titolo i coinvolti sono accusati di frode in commercio e violazioni fiscali, mentre il reato di associazione per delinquere era invece stato contestato dalla Procura a solo sei imputati: Alberto Carini, 49 anni, ex presidente e membro del consiglio di amministrazione della cantina di allora, Claudio Rampini, 66 anni, mediatore vinicolo, Carla Colombi, 68 anni, responsabile amministrativa e membro dell’allora consiglio di amministrazione, Aldo Venco, 70 anni, enologo, Massimo Caprioli, 64 anni, enologo e Cesare Forlino, 46 anni, fornitore.

Di questo gruppo di imputati, Forlino è stato prosciolto del tutto e per lui la vicenda giudiziaria si conclude qui: “Sono molto contento per il mio assistito per come è andata”, commenta il suo legale difensore Paolo Zambianchi. Per l’avvocato Marco Casali, che assiste Rampini invece “il dibattimento è luogo naturale dove accertare la verità dei fatti”. Gli altri imputati sono soprattutto conferitori di uve.

Il doppio “ruolo”

La Cantina di Canneto Pavese, che in seguito nel corso degli anni ha cambiato vertici, è sia imputata sia parte civile nei confronti di alcuni co-imputati, assistita dall’avvocato Daniele Cei per la parte penale e dal legale Masera per la costituzione di parte civile.

Alla cantina, che ha visto la prescrizione di una parte delle accuse, veniva contestato l’illecito amministrativo per gli episodi di rilevanza penale commessi a vantaggio e nell’interesse della società da alcuni imputati che avevano ruoli ai vertici, vantaggi che ad esempio sarebbero consistiti nei maggiori guadagni grazie alla vendita di vino non conforme. Durante l’udienza preliminare, il pm Stefano Civardi aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati.