
Operazione 'Piazza pulita'
Pavia - Hanno negato il furto e la ricettazione spiegando che il materiale ferroso non veniva rubato dall’isola ecologica della Broni Stradella Pubblica srl e rivenduto, ma al contrario era gestito lecitamente. È la versione dei fatti di Valerio Garelfi, 59enne amministratore della Garelfi rottami di Gerenzago, e Giovanni Ballerini, 66enne, titolare di ditta individuale, che hanno scelto di rispondere alle domande del Gip nell’interrogatorio di ieri, fissato in seguito al loro arresto martedì nell’ambito dell’operazione “Piazza Pulita” della Finanza di Voghera.
L’inchiesta, culminata in sei misure cautelari e quindici denunce in stato di libertà riguarda diversi aspetti: da una parte l’infedeltà di tre dipendenti della società, tra cui il responsabile del servizio di coordinamento del personale impiegato nella raccolta rifiuti Salvatore Chianello, unico in carcere, che, oltre ad attuare condotte di assenteismo per svolgere attività personali durante l’orario di lavoro, sarebbero stati conniventi nel permettere a Ballerini di sottrarre dalla piazzola i rottami più di pregio per poi rivenderli illecitamente alla Garelfi rottami. Sentito dal giudice giovedì, Chianello aveva respinto le accuse, avrebbe spiegato di esser stato tirato in mezzo alla vicenda: la difesa affidata all’avvocato Enrico Paganelli si è riservata di chiedere la revoca della custodia in carcere nei prossimi giorni, studiate le carte.
Nell’inchiesta viene contestata anche la regolarità del contratto tra le imprese fornitrici del servizio di smaltimento dei rottami e la Broni Stradella: non sarebbe stato stipulato in seguito a una procedura a evidenza pubblica come richiesto dal Codice degli appalti: riguardo a ciò, Ballerini avrebbe spiegato al Gip di aver solo firmato il documento ma di non aver preso parte alla sua definizione, mentre Garelfi ha raccontato che era il modello contrattuale che da decenni, al rinnovo ogni due anni, veniva inviato alla sua azienda dalla Broni Stradella, passata negli ultimi anni attraverso un cambio della forma societaria. Per il momento, la difesa di Garelfi non ha presentato istanza di revoca dei domiciliari: "Abbiamo detto al giudice che per noi gli addebiti sono insussistenti – ha commentato il legale di Garelfi, Marco Casali -, abbiamo bisogno di qualche giorno per raccogliere la documentazione per presentare una richiesta di revoca. I documenti sono stati sequestrati". Per Ballerini invece, il difensore Simone Rona ha già chiesto la libertà: "Riteniamo non sussistano esigenze cautelari soprattutto per la reiterazione del reato. Il mio assistito è in pensione da gennaio e non frequenta più la società".