REDAZIONE PAVIA

Garlasco e il reperto N°27, trovato frammento del tappetino del bagno dove si è lavato l’assassino: si cerca il Dna di Sempio

Tra le fonti di prova dell’indagine per l’omicidio di Chiara Poggi spuntano anche una confezione vuota di biscotti e dei sacchetti di plastica: la Procura cerca tracce di Andrea Sempio (e Alberto Stasi spera)

Andrea Sempio e Chiara Poggi. A destra, le scale dove sono state trovate le tracce di sangue della vittima

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Pavia – Nell’intricata rete di fonti di prova e indizi legati al caso di Garlasco, spunta il “Reperto N°27”, cioè un frammento del tappetino del bagno che ha usato l’assassino per lavarsi dopo aver ucciso Chiara Poggi in quel mattino del 13 agosto 2007. Il frammento è emerso a seguito delle ricerche a tappeto che i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno eseguito sui reperti degli atti dell’inchiesta che, nel 2015, potrò alla condanna definitiva di Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara. Ma oggi sui quei reperti si cercano altre tracce: quelle di Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima ora indagato per omicidio in concorso.

La Procura di Pavia vuole cercare tracce di Dna di Sempio sul pezzo di tappetino nel corso dell’incidente probatorio – strumento utilizzato in fase di indagini per assumere in anticipo delle prove utili ad un eventuale processo – chiesto al giudice per le indagini preliminari. Per gli inquirenti “si ritiene utile” sottoporre il frammento “ad ulteriore indagine genetica alla luce delle possibilità analitiche attualmente a disposizione”. Tra i nuovi reperti analizzati ci sono anche una confezione vuota di “biscotti” e “sacchetti di plastica”.

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Il tappetino del bagno

Sul tappetino del bagno, secondo gli atti d’inchiesta, l’assassino ha poggiato i piedi insanguinati prima di lavarsi le mani sporche del sangue di Chiara. Lì fu trovata l’impronta di una scarpa di Alberto Stasi, ma l’esame delle tracce genetiche “non aveva fornito alcun esito alla quantificazione del Dna per problemi di inibizione della reazione di amplificazione”. E “la successiva amplificazione” non era stata eseguita. Per questo verrà effettuata una nuova analisi genetica.

In una nota allegata alla richiesta della Procura di analisi genetiche ad ampio raggio, su cui dovrà decidere la giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, i consulenti genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani indicano come obiettivo delle nuove analisi una lunga lista di provette, una con scritto “26 prelievi”, e di tamponi effettuati all’epoca.

Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi
Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi

I reperti sotto analisi

Si parla di “una busta con la scritta ‘sopralluogo 16.8 Garlasco’ con all’interno 27 provette di diverse dimensioni”, di “una busta con tamponi di Chiara Poggi e dei familiari e il tampone salivare di Alberto Stasi”. Tra gli oggetti da analizzare “un contenitore vuoto” di tè freddo “con cannuccia”, la “plastica della confezione” di uno yogurt, una “confezione di plastica vuota contenente all'origine verosimilmente biscotti, un sacchetto di plastica di colore celeste utilizzato come pattumiera, due sacchetti di plastica di colore celeste utilizzati per effettuare operazioni di ispezione e repertamento del contenuto della spazzatura”. E anche “un sacchetto contenente dei cereali”.

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Reperti conservati “a temperatura ambiente in una stanza blindata adibita alla custodia dei corpi di reato”. Il reperto “tampone orale”, si legge ancora, “prelevato nel corso dell'esame autoptico, non era stato sottoposto ad alcuna analisi genetica”. Si ritiene utile, secondo i consulenti, “approfondire tale reperto per evidenziare l’eventuale presenza di substrati biologici differenti rispetto a quelli della vittima”.