
Da sinistra, Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi
Garlasco (Pavia), 21 marzo 2025 – Il giorno dopo la richiesta della Procura di Pavia di svolgere nuovi accertamenti a tutto campo nell'indagine sull’omicidio di Chiara Poggi che riguarda Andrea Sempio, con analisi genetiche ad ampio raggio, compresi campioni biologici e reperti mai analizzati e recuperati, oltre alla comparazione tra il Dna del 37enne – su cui oggi si sono nuovamente accesi i riflettori della Procura a distanza di 18 anni dal delitto – e i risultati di quello che fu trovato su dita e unghie della ragazza uccisa il 13 agosto 2007, gli avvocati di Sempio e della famiglia Poggi esprimono i propri rilievi in merito alla richiesta della super perizia. È l’avvocato dei genitori e del fratello di Chiara, Gian Luigi Tizzoni a sottolineare che fu proprio la difesa di Alberto Stasi a opporsi a questi approfondimenti ancora nel 2011.
L’avvocato della famiglia Poggi
"Abbiamo depositato la nomina come difensori delle persone offese Poggi e parteciperemo all'incidente probatorio davanti al giudice terzo – dichiara –. Peccato che questi accertamenti non siano stati svolti allora, quando li chiedevamo noi, nel 2011. La difesa di Alberto Stasi si oppose davanti alla Corte d'Assise d'Appello e ci disse che non si poteva rifare nulla, che tutto era stato fatto bene dai carabinieri. Adesso staremo a vedere". "Assenza di prove significative”, fu quanto scrisse nel 2011 la Corte d’Appello d’Assise.
La famiglia di Chiara, all’indomani della richiesta di quello che viene definito il "super incidente probatorio” e che verrà svolto sui reperti mai analizzati finora, che non sono stati oggetto di analisi genetica e che allo stesso tempo sono per così dire “sopravvissuti” alla distruzione dei corpi di reato disposta dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano nel 2022, reagisce non opponendosi in sé alla richiesta della Procura e riaffermando la propria convinzione della colpevolezza di Alberto Stasi “sulla base di una sentenza passata in giudicato”.

L’opposizione dei legali di Sempio
La difesa di Andrea Sempio, coi legali Massimo Lovati e Angela Taccia, ha invece depositato proprio in queste ore un atto opposizione alla richiesta della Procura di Pavia al gip. Nel frattempo, “stiamo cercando di accedere al fascicolo per verificare su quali campioni e reperti, mai esaminati o che diedero esiti incerti, come scritto dai pm, la Procura intende fare le nuove analisi”. Reperti e campioni che, infatti, non sono indicati nell'istanza dei pm al gip, ma che sono citati in alcuni allegati del fascicolo che la difesa non ha ancora potuto vedere. Fra le contestazioni della difesa c’è anche quella che si basa sul fatto che le comparazioni dovrebbero prevedere anche i Dna di altri “sospetti” oltre a Sempio, e perché “riteniamo che le analisi richieste siano tutte effettuabili con la forma dell'accertamento ripetibile e che quindi non ci sia necessità di un incidente probatorio”.

Campioni e reperti
Quali potrebbero allora essere i campioni su cui si effettuerebbe l’analisi genetica a tutto campo? In prima istanza, i tamponi ancora conservati nel Dipartimento di medicina dell'Università di Pavia, fra cui le stringhe delle impronte digitali rilevate nella villetta di via Pascoli a Garlasco e già analizzati dal Ris di Parma, ma che alla luce dei nuovi kit per rilevare il Dna potrebbero fornire elementi inediti sull'omicidio. Prove o tracce rimaste integre a distanza di 18 anni. L'attenzione degli inquirenti si concentra sulla maniglia della porta dell’abitazione e in particolare sulla porta della cantina, sicuramente chiusa dal killer per nascondere il corpo di Chiara Poggi. La porta fu smontata e portata nei laboratori del Ris di Parma, ma non furono rilevate impronte utilizzabili. Ci sono poi i para adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati nei "laboratori del Ris di Parma. Tra questi, le fascette delle impronte sul dispenser del sapone in bagno (oggetto andato distrutto), dove l'assassino si sarebbe lavato le mani. Sul contenitore, oltre a due impronte di Stasi, era stato trovato anche un "frammento papillare" denso di "informazione dattiloscopica".

Il rebus delle impronte
I nuovi approfondimenti – l’autorizzazione spetta in ogni caso al giudice per le indagini preliminari – hanno dunque come ipotesi di partenza che il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi possa essere compatibile con quello dell'indagato, e cioè Sempio, e che derivi da un contatto diretto tra i due. Entrambe le conclusioni sono tuttavia smentite dalla perizia che ha portato alla condanna di Stasi a 16 anni di carcere. Va anche ricordato che Sempio, amico del fratello di Chiara, era già stato indagato e la sua posizione era stata archiviata una prima volta otto anni fa e poi una seconda volta. Nondimeno scopo della Procura è dunque quello di analizzare tutte le impronte che non sono state attribuite a carabinieri, soccorritori o familiari, o che comunque non trovano spiegazione logica e capire se il Dna di Sempio si trova anche su oggetti toccati dall'assassino. Altri oggetti appartenuti a Chiara Poggi, sono quelli che indossava quella mattina del 13 agosto 2007: i braccialetti, l’orologio e il pigiama, quest’ultimo però è andato distrutto assieme al tappetino del bagno e alla tastiera del pc nel 2022.
“Stasi? È sconcertato”
"Stasi è abbastanza sconcertato, quasi non ci credeva. Sono anni che dice che è innocente. Queste nuove analisi lo hanno lasciato positivamente incredulo. Fino alla decisione della Procura di ieri, non riuscivamo a capire cosa stava succedendo. Adesso ha realizzato che finalmente qualcuno vuole andare a fondo sul caso. A prescindere da quello che sarà l'esito di queste indagini, noi siamo contenti del fatto che oggi si facciano quelli approfondimenti che non sono stati fatti prima – sono le parole rilasciate a Fanpage dall’avvocata di Alberto Stasi Giada Bocellari –. Stasi ha quasi scontato la sua pena, quindi noi non abbiamo più tanta fretta. Intanto aspettiamo e vediamo cosa verrà fuori da questi nuovi accertamenti. Ormai la sua vita è rovinata".